Lino Settembre e sua moglie Chicca conducono una vita coniugale serena e senza serie difficoltà. L’unico vero dispiacere che ha accompagnato i venticinque anni di matrimonio è la mancanza di figli. Una mancanza che non ha compromesso la loro unione ma l’ha al contrario rinsaldata. L’oggi però, in modo totalmente inatteso, presenta loro una grossa preoccupazione: Lino da qualche tempo accusa problemi di memoria che mano a mano si accentuano. Dapprima sia lui che Chicca decidono di riderci sopra ma il disturbo si manifesta sempre più, fino a rendere necessari attenti e approfonditi esami. Inizia così una toccante storia d’amore fra un uomo, che si allontana sempre più dal presente, con la mente trascinata altrove, e la sua donna che, rifiutando qualsiasi ipotesi di abbandono e qualsiasi ausilio che la escluda, decide di stargli accanto nel processo “regressivo”.
Note
Scritto con il gusto dell’intreccio di un romanziere, impregnato di malinconia e pietà, Una sconfinata giovinezza ci dice tutto ciò che non vorremmo mai conoscere di persona sull’Alzheimer, ma usa questa malattia spietata per dare corpo ancora una volta alla madre di tutte le utopie artistiche del Novecento, da Pascoli (che una passeggera in treno tiene in mano, nel sottofinale) a Orson Welles: il rimpianto dell’infanzia perduta.
Molto bello e toccante, a parte le scene molto altoborghesi. Non si vedono spesso dei film che trattano un tema purtroppo così attuale come quello dell'Alzheimer.
Elegantissimo, composto e perfetto come il complesso del Laocoonte. Un mare agitato in profondità ma calmo in superficie, direbbe Winckelmann. Pupi Avati è, ancora una volta, un grande regista.
Un regalo sconfinato, quello che il regista bolognese ci fa. Ma doloroso, quanto doloroso! Meravigliosi Bentivoglio e la Neri, e tutto il cast (come in genere capita nei film di Pupi Avati).
Guardando le ultime cose di Avati da qualche anno in qua( da quando la sua barba si è fatta più bianca e ha fatto riparare la casa ai furbetti del mattoncino,unico caso nella lista di Anemone che ha potuto presentare fattura,forse perchè è l'unico che ha pagato) ho sempre più l'impressione di non essere di fronte a un film ma di leggere un suo diario, di vedere un suo album di fotografie,… leggi tutto
Dove scappa un bimbo? Non si sa.
Ci sono luoghi persi nell’anima, trasformati dal lento incedere di una subdola malattia, nei quali uomini e donne, tornati bambini contro la loro volontà, possono smarrirsi finendo per non trovare più la strada di casa.
Lino Settembre (Fabrizio Bentivoglio) sa ancora chi è. È un affermato giornalista sportivo… leggi tutto
Sicuramente siamo davanti ad uno dei migliori Avati degli ultimi anni, seppur non tutto il meccanismo funzioni a pieno regime ci sono davvero tanti aspetti che mi hanno positivamente impressionato.
Infatti il regista bolognese conferma la sua abilità nel saper (ri)creare l’atmosfera di piccoli borghi e di tempi ormai trascorsi, in più qui li abbina ad una storia non facile… leggi tutto
Al contempo furba e sincera, la 2ª stag. (5 ep. da ca. 45’ l’uno) di “Monterossi” compie un deciso passo in avanti rispetto alla 1ª (3+3 ep.) e si dimostra più, oltre che adulta…
Pupi Avati si cimenta, stavolta, con l'angustioso, ma attualissimo tema della malattia dell'Alzheimer.Grazie anche ad un ottimo cast, riesce a costruire una storia verosimile, ben interpretata, interessante e al contempo angosciante.Cronista sportivo di successo, comincia a dare segni di stranezza,mentre intervista un allenatore durante la "domenica sportiva" resta spiazzato…
Come sempre Pupi Avati è un maestro insuperabile nel rendere la poesia dei ricordi di infanzia, specie quelli ambientati in Emiia. Ma in questo film, ispirato sicuramente ad una stoia vera, c'è anche un omaggio ad una forma d'amore profondo e tutto sommato anche abbastanza diffuso nella nostra società, - più di quanto non si pensi - seppur raramente celebrato (non…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (7) vedi tutti
Riuscito a metà.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiUn buon film che tratta bene la malattia,peccato i troppi flashback un po' invadenti.
commento di ezioBuon film, ma molto doloroso.
leggi la recensione completa di Furetto60Molto bello e toccante, a parte le scene molto altoborghesi. Non si vedono spesso dei film che trattano un tema purtroppo così attuale come quello dell'Alzheimer.
commento di faumesTratteggia con estrema delicatezza un momento molto toccante di un rapporto di coppia.E' SEMPRE PUPI!
commento di fralleElegantissimo, composto e perfetto come il complesso del Laocoonte. Un mare agitato in profondità ma calmo in superficie, direbbe Winckelmann. Pupi Avati è, ancora una volta, un grande regista.
commento di saturaUn regalo sconfinato, quello che il regista bolognese ci fa. Ma doloroso, quanto doloroso! Meravigliosi Bentivoglio e la Neri, e tutto il cast (come in genere capita nei film di Pupi Avati).
commento di federico