Regia di Ugo Fabrizio Giordani vedi scheda film
Enrico Brignano è un comico che raramente mi ha fatto ridere, attraverso i monologhi teatrali, le pubblicità televisive e i tentativi di esportarsi al cinema. Non fa eccezione questo pseudo film, del quale la miglior cosa che si possa dire è che non si capisce a quale pubblico si rivolga.
Fatta salva la simpatia personale del protagonista, che non si dà arie da intellettuale o da latin lover, Sharm El Sheikh sembra un parente povero non solo dei cinepanettoni con Christian De Sica e Massimo Boldi, ma perfino delle commediole partenopee con Vincenzo Salemme e Alessandro Siani.
Non è in discussione, come ho detto, il professionismo degli interpreti, ma neanche loro ci fanno una bella figura. In particolare, ne esce male Panariello, coinvolto in una macchietta che risulta assai più fragile e burattinesca del suo Naomo delle pubblicità e dei programmi televisivi.
Non parliamo della parentesi giovanilistica, affidata ai ragazzini, che anche qui si appalesano come dei parenti poveri di quelli di Notte prima degli esami.
La critica al cinismo e alla grettezza dell'italiano medio abita altrove. E così pure una sana e divertente comicità.
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