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The Social Network

Regia di David Fincher vedi scheda film

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La recensione su The Social Network

di Baliverna
8 stelle

Come nacque la piovra Facebook: un ragazzo frustrato, la volontà di rivalsa, cinismo e pregiudicatezza. L'esca viene messa sull'amo, e abboccano a frotte.

Un sicuro punto di forza del film è che esso non incensa e non celebra Zuckerberg, nonostante la barca di dollari che sta facendo, ma lo presenta anzi in una luce che non ci aspettiamo. Intanto è un ragazzo solo, un frustrato anche nel senso della virilità, perché la ragazza giustamente lo ha piantato. Poi è egoista, non ha amici e non può averne, è interiormente arido, egocentrico, cinico. Per certi versi è molto intelligente: si pensi alla perspicacia nel progettare Facebook, la sua conoscenza del computer, e la sua capacità di capire ciò che la gente cerca nel social network per poi offrirglielo. In altre situazoni, però, è ottuso come un bue. Nello stesso senso, non si può definire un appassionato di social network che ha creato qualcosa che gli piace e ora vuole offrirlo e condividere con tutti. Non è neppure uno che vuole avvicinare e mettere in contatto le persone. Egli è semplicemente uno che ha fiutato i gusti e i desideri più o meno nobili della gente, ed è riuscito a creare un prodotto che calza perfettamente con tutto ciò. Gli utenti di Facebook in fondo li disprezza, come si sente da alcune sue battute; considera anche inutili i forum, ma scrive ogni tanto un commento qualsiasi per suscitare il dibattito attorno ad un certo tema, e quindi aumentare le connessioni.
In generale, sia il protagonista che gli altri personaggi e gli ambienti che frequentano non sono certamente delle persone felici nel paese della cuccagna. I fondatori di Facebook del film sono un branco di cani che si morde a vicenda, persone ambiziose e con pochi scrupoli che vivono in un mondo squallido e organizzano feste squallide.
Girare un film celebrativo e convenzionale era non solo possibile ma pure molto invitante; tuttavia Fincher evita questo pericolo e anzi gira una pellicola completamente diversa. L'immagine di Facebook e di Zuckerberg che ne escono sono opache se non negative, e, visto l'alone di mito che circonda il personaggio, questo non è né convenzionale né scontato.
Cinematograficamente parlando, è una pellicola con pochi fronzoli, scorrevole e anzi veloce, velocità che richiama le febbrili attività dei fondatori nel costruire "la piovra". I dialoghi sono ben scritti e fotografano il cinismo di tutto quel mondo. Non mancano sarcasmi al mondo accademico americano, come nell'episodio del rettore di Harvard. Spettacolo zero, sesso zero, strizzatine d'occhio zero. E' un'opera che si sforza di capire e di far capire. Mica poco nel cinema americano di oggi.

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