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The Social Network

Regia di David Fincher vedi scheda film

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La recensione su The Social Network

di pippus
8 stelle

Il buon Mark aveva detto: "non voglio amici" e penso che su questo proposito non abbia avuto, e non avrà, troppi problemi.

David Fincher, dopo Seven, Fight Club ecc  coglie nuovamente nel segno seppur con un film completamente diverso e una storia praticamente già nota ai più. Il rischio consisteva nel creare un documentario, ma così non è stato. Sceneggiatura brillante e vivacità nel susseguirsi delle varie vicende hanno fatto sì che le due ore di pellicola scorrano tutte d'un fiato. Ma torniamo un attimo sul Mark internazionale: c'è chi scrive che la sceneggiatura del film potrebbe essere di parte (a sfavore dello studente in oggetto, sfigato in amore ma genio del computer) in quanto scritta senza il suo avallo.

Ma, riflettendoci, proviamo a immedesimarci in Mark: «E' vero, anche Stephen Hawking ha avallato un film (La Teoria del Tutto) sulla sua biografia, ma lui non ha inventato un'applicazione per PC, non ha scheletri nell'armadio, e la sua caratura sta a me (Mark) come un Papa sta a un chierichetto, proprio come i nostri due capitali (di Mark e di Stephen, in soldoni si intende) sono inversamente proporzionali  alla stessa caratura. Per di più sono consapevole di non aver avuto una linea di comportamento troppo retta (parrebbe piuttosto una curvilinea) e accetto la proposta di David Fincher di collaborare a un film sulla nascita di F.B ? Sarebbe gratificante se la situazione fosse normale, ma poi che gli racconto? Che sono stato uno stronzo e un bastardo con chi mi credeva amico e aveva fiducia in me? Oppure nego tutto e dico che i bastardi sono loro e io un angioletto? Già, ma loro sono in tanti e con prove da esibire, io sono solo e senza prove.Troppo imbarazzante, forse è meglio soprassedere»!

Questa è la mia opinione in merito; dopo di ché l'intuizione (chiunque l'abbia avuta) che ha portato al noto social è stata innegabilmente una genialata, con tutti gli aspetti positivi che potenzialmente conteneva e che continua a contenere. Quello che forse non si è valutato a priori sono gli aspetti negativi che altrettanto potenzialmente conteneva (e che col passare del tempo si evidenziano sempre di più). Tra questi primeggia la posizione sempre più critica della socializzazione "diretta" a favore della meno impegnativa socializzazione on line; la sempre più scarsa partecipazione sportiva delle giovani generazioni a fronte delle sempre maggiori ore dedicate al computer (con in testa FB).

Personalmente, dopo essermi anch'io (ad essere sincero, spinto da mia figlia) unito alla massa dei super schedati globalizzati, forse per forma mentis, o più semplicemente per abitudine, sono gradualmente tornato alle collaudate e più anonime mail.  Con questo non vorrei essere frainteso ed essere scambiato per un detrattore su tutti i fronti; sono note a chiunque, compreso il sottoscritto, le indubbie aperture verso orizzonti precedentemente impossibili, prima fra tutti, l'aver reso possibile il ricontattarsi dopo anni di silenzio anche fra persone agli antipodi del pianeta. Come pure il poter contattare con un clic milioni di persone in tempo reale per lanciare petizioni e consigli, o qualsiasi altra cosa si abbia intenzione di rendere consultabile. Ma esiste un rovescio della medaglia dovuto non tanto a un "bug" del programma, ma piuttosto a un troppo superficiale controllo genitoriale, oppure semplicemente a un utilizzo "superficiale" da parte di adulti che in tal modo non ne sfruttano le potenzialità. Personalmente (sono però consapevole che non si possa generalizzare), la mia breve esperienza in merito mi ha consentito di constatare quanto gli approcci al programma siano variegati. Stranamente, consultandomi con altri iscritti, Il dialogo a due (peraltro possibile) non sembrerebbe destare eccessivo interesse, a favore, per contro e sovente, di comunicazioni  tra le più disparate e commenti su qualsiasi cosa postata da chicchessia, nonché l'aggiornamento in tempo reale di ogni minimo dettaglio, personale e non, che una percentuale cospicua di affiliati (tra l'altro, non sempre giovani) si sente in dovere di rendere noto affinché gli "amici" possano, a seconda del caso, consolare, confortare, condividere, criticare, comprendere ecc. Insomma una specie di super famiglia allargata. Questa "globalità  di comunicazione, positiva per chi in tal modo ha visto amplificare ( per vari motivi contingenti) le possibilità di pubbliche relazioni, comporta che coloro i quali non avrebbero difficoltà a interagire fisicamente, per pigrizia si "adattino" sovente  alle sole interazioni informatiche. Chiusa la parentesi e tornando al film, ribadisco che, a mio parere, l'opera di Fincher è positiva sotto ogni aspetto. Oltre a quanto più sopra riportato aggiungo un plauso per l'ottima colonna sonora e per le eccellenti interpretazioni, con in testa un Eisemberg perfettamente calato nei panni di Zuckemberg (curiosa l'affinità dei cognomi con uguale suffisso :-)

Tralasciando il racconto della vicenda, già abbondantemente riportata in altre più dettagliate recensioni oltre che sul libro di Ben Mezrich (che non ho letto), ciò che emerge è una figura di Zuckenberg tutt'altro che adamantina. Non è dato conoscere con certezza in quale misura, ma parrebbe essere stato alquanto subdolo e privo di scrupoli nei confronti di più di una persona. Anche lui, studente di Harvard, purtroppo non ha smentito ciò che non raramente succede quando ci sono di mezzo enormi interessi economici. Il suo caso ha fatto scalpore date le cifre in ballo, ma credo non siano pochi (in particolare in certi ambienti) ad essere stati "bruciati" da quelli che pensavano amici. Come a tutti, credo, anche a me piace pensare che quei pochi amici veri (non alludo ai "conoscenti") che mi ritrovo siano tutti molto più poveri (come il sottoscritto) in denaro ma, in egual misura, molto più ricchi in correttezza e affidabilità del giovane miliardario in questione. A quanto pare Eduardo Saverin era certo di avere un amico degno di questo nome, invece...grande delusione. Bruttissima esperienza, in particolare a quell'età. E non si può recedere! Qualora il genietto informatico in futuro dovesse provare un seppur minimo pentimento, un simile scherzetto non potrà riscattarlo nemmeno con i suoi miliardi di dollari, al pari della salute e della cultura. In compenso l'agenzia Bloomberg aveva scritto l'anno scorso che Zuckemberg è avviato, tenendo conto della sua giovane età, a diventare l'uomo più ricco del mondo pur essendo, al momento, in sedicesima posizione nella graduatoria che vede in testa Gates con oltre 84 miliardi contro i suoi abbondanti 34.

In futuro, continuando a vendere ....(parrebbe) IL  NULLA -ma di questi tempi non è il solo-, potrebbe farcela. Vorrà dire che, con qualche sacrificio, per il momento dovrà stare attento alle spese e rinunciare agli sfizi più costosi! 

 

 

 

 

 

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