Regia di David Fincher vedi scheda film
Forse il film di David Fincher che ha raccolto,a livello di critica,maggiori consensi immediati e considerato da subito come uno dei migliori lungometraggi della stagione in cui è uscito,"The social network" è un dettagliato racconto sulla nascita del fenomeno Facebook,una delle icone di questi anni,esplosa con la forza di un'atomica nella comunicazione,e entrato immediatamente nel DNA delle attuali generazioni,dai 10 agli oltre 50 anni di età,importante ai tempi dell'elezione di Obama anche per la diffusione del personaggio pubblico.Come sottolinea la sceneggiatura di Aaron Sorkin,la cosa nasce da una delusione sentimentale da parte di un individuo che non parte come vincente,il classico cervello attivo ma fragile,nascosto dietro un'apparenza da nerd,e alla fine dei giochi avere centinaia di contatti sul social network può essere anche un modo di far finta di non essere fondamentalmente soli.Dialogato con veemente densità,conta su un cast giovane e di belle speranze,ben condotto da un regista via via sempre più importante nella schiera di directors di età media,il film è forse anche troppo lungo,e tempesta lo spettatore appunto con una raffica continua di discorsi per compensare la mancanza d'azione vera e propria,forse,mettendo in scena i tradimenti,gli opportunismi,le rivalità di chi ha fondato una cosa che teoricamente si rapporta ad amicizie nuove,da riscoprire o rinsaldare,anche oltre la distanza vera e propria,sia di luoghi che di anni. Interessante ma con qualche linea di pedanteria,fa parte del lato "teorico" del cinema fincheriano,come "Panic room" e "The fight club",individua problemi specifici della nostra società,in tempi di concezione globale,ma personalmente preferisco il Fincher che sa rivestire i film di genere di nuovo smalto,vedi l'ultimo "Uomini che odiano le donne","The game" e "Se7en".
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