Regia di David Fincher vedi scheda film
Di solito non mi piacciono le biografie che raccontano la vita di persone ancora viventi, perchè credo che certe figura possano essere analizzate meglio solo a distanza di anni dalla fine della loro esistenza, ma questo film ha il pregio di non soffermarsi troppo sulla vicenda personale dell'attuale miliardario più giovane del mondo, Mark Zuckerberg, bensì cerca di ricostruire tramite esso, uno spaccato degli primi anni 2000, segnati dall'esplosione delle comunità virtuali.
Non è un film celebrativo, ma un film che pone domande e riflessioni sul fenomeno e sui giovani di oggi, sempre meno capaci di instaurare relazioni reali e sempre più attratti da questa nuova droga, quale è internet che, paradossalmente, pur avvicinando la gente, a tutti gli effetti la rende estranea al mondo delle relazioni concrete.
Una sceneggiatura intelligente e solida, un montaggio frenetico e al tempo stesso capace di sottolineare i punti chiave della vicenda, degli interpreti validi e una regia vivace, tengono alta l'attenzione, anche se ci sono dei momenti che possono risultare poco chiari ad un pubblico non molto esperto di linguaggio informatico.
Alla sua regia mai statica va il merito di non annoiare lo spettatore nonostante il film sia privo di azione vera e propria.
Non conosco il vero Zuckerberg, ma la sua interpretazione di genio solitario ed introverso è molto buona.
Bravo nell'essere la controparte emotiva del protagonista.
Non l'avevo mai visto recitare, ma questa parte di giovane milionario egocentrico e sfrontato gli calza a pennello.
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