Regia di David Fincher vedi scheda film
Un ragazzo e una ragazza sono seduti ad un tavolo di un pub. Bevono una birra. E parlano. Velocemente. Poi lei dice al ragazzo che la loro storia è finita. Lui ci rimane dimmerda. Torna nella sua stanza. In una delle house del campus. Stappa un’altra birra e si inventa un programma in una nottata. Due foto di ragazze, bisogna scegliere quale è la più carina.
Poi le cose si evolvono. C’è l’idea di un sito universitario su cui condividere le notizie degli studenti iscritti. Da una università all’altra. Poi al mondo intero. L’idea è abbastanza semplice, ricreare in rete i rapporti sociali che regolano la nostra vita. Chi sei, quali sono i tuoi interessi, se sei fidanzato o meno, le tue foto. Questo è facebook, un enorme database pieno di persone che hai conosciuto e di quelle che potresti conoscere. Ma il motore di tutto rimane il sesso, la scopabilità delle ragazze, la possibilità, con un clic, di conoscere una ragazza che potenzialmente potresti portare al letto. La mentalità è quella della vita sessuale di un universitario, la causa scatenante è la delusione per una ragazza, il prodotto finale ancora non è analizzabile sulle conseguenze che porterà nella nostra vita quotidiana.
Il film di Fincher, in realtà, è incentrato sugli eventi, i fatti, su come sono andate le cose, diviso in due flussi temporali, uno che segue la nascita e l'espansione di facebook e l’altro che riguarda il processo legale che si è svolto tra le varie persone, che in un modo o nell’altro, hanno fatto parte di questo progetto.
La vera rivoluzione è quella di una gioventù, colta e istruita, che entra nell’impero del capitale grazie ad un’idea tecnologica e alla sua successiva realizzazione, sono le idee che fruttano i veri miliardi e sono i ragazzi ad averle e a cambiare così il mondo, prima con napster, poi con facebook, al di là dei giudizi morali, adesso le rivoluzioni avvengono prima di tutto in rete e poi si ripercuotono sulla vita reale. Quali saranno gli effetti di facebook non è cosa che interessa a Fincher, che sceglie una regia anfetaminica e allo stesso tempo controllatissima, con una colonna sonora disturbante firmata da Trent Reznor e una compattezza stilistica che non fa perdere mai il ritmo all’intera pellicola.
Eppure l’immagine finale ci porta a determinate riflessioni. Che facebook sia in realtà solo l'ennesima illusione di un ragazzo che non riesce ad amare e che si inventa il suo mondo fittizio di legami inesistenti. Forse si arriverà al punto in cui una persona preferirà passare ore a controllare cosa fanno i propri amici in rete invece di vederli per strada o per una birra. Forse si arriverà al punto in cui quello che conta sarà il messaggio lasciato su una bacheca virtuale.
Forse siamo già a questo punto.
Forse le vere rivoluzioni sono quelle che ti cambiano la vita senza che nemmeno te ne accorgi.
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