Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Se Garri Kasparov ha potuto dire con qualche ragione che gli scacchi sono lo sport più violento che esista, allora non vedo perché Aronofsky non possa sostenere che altrettanta violenza si sprigioni nel mondo del balletto.
Non che Il cigno nero dica chissà cosa di originale, soprattutto sullo stress da lavoro, sull'ansia da prestazione, sulle conseguenze negative di un'educazione repressiva e sulla presenza opprimente di un genitore, ma lo fa - estremizzando, anche grazie al diverso contesto, il discorso di The Wrestler - con buona resa narrativa e visiva (la protagonista, sottoposta volutamente a stress da parte del suo coreografo, scopre dentro di sé insospettate doti da cigno nero, dopo essersi sempre dimostrata, sul palco come nella vita, un cigno bianco), questa sì abbastanza originale, e all'ottima prova degli interpreti - da Natalie Portman a Mila Kunis a Vincent Cassel - messi in grado di tirare fuori il meglio dalle proprie corde espressive.
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