Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Meravigliosa ricognizione sul tema del dualismo e sulla ricerca della perfezione nell'arte come nella vita, come sempre condotta con lo stile visionario, barocco e sopra le righe di Aronofsky, mai così ispirato e conturbante.
Nina è uno splendido sembiante incompleto, un groviglio di pulsioni ed emozioni rimosse che aspetta solo di districarsi dai rovi in cui è imprigionata per spiccare il suo volo definitivo.
Aronofsky mescola Freud, Polansky e se stesso.
Cita nel finale i colori di Scarpette Rosse e si lascia andare ad una sequenza di trasformazione che è culmine e ragione di tutta la narrazione fin lì (mirabilmnete) condotta.
Non mi succedeva da tempo di uscire tanto emozionato ed esaltato dalla visione di un film che "osa" fare cinema forzando personaggi, caratteri ed azioni in un insieme così naturale.
Tutto il film ha una progressione da manuale, in cui musica da incubo (Mansell) e quella da sogno (Tchaikovsky) segnano il "pas de deux" di un racconto in cui la follia è solo la chiave per giungere alla ragione (dei sensi) e alla verità dell'essere (la perfezione).
La Portman dona sangue, tecnica e lacrime continue ed infantili ad un personaggio imprigionato ancora dentro la pubertà e nel finale tocca vette luciferine con quello sguardo posseduto come in una danza sciamanica.
La Kunis buca lo schermo come neanche la Jolie riesce più da tempo.
Aronofsky, se non bastasse, conferma tutto il suo talento visionario di regista "acido" e dimostra, se ce ne fosse bisogno, che chi aveva fischiato ai tempi il suo The Fountain non ha capito niente di cosa significhi fare cinema "audace" oggi e di rischiare.
Insieme a Inception e The social Network è una dele poche realtà della stagione corrente.
E dimostra che gli oscar, perfetti come nomnation ma miopi quanto a premiazione, saranno sempre fuori tempo massimo nel cogliere l'aria dei tempi e del vero cinema.
Mansell riesce a fare il miracolo di fondere la partitura del lago dei cigni con note da incubo.
E separare i due spartiti in certi momenti è perfino impossibile....
Gli oscar che non ha ricevuto.
La regia, la fotografia e il montaggio sono da manuale.
Perfetta, sinuosa, si fonde coi personaggi e con gli sguardi.
a qualcuno potrà sembrare troppo piagnucolosa ma in realtà non si sono resi conto che sta interpretando una bambina mai cresciuta.
Per questa la sua transizione a cigno nero impressiona così tanto.
Magnifica.
"Lei è il sesso" dice Cassel.
Ecco, non occorre aggiungere altro....
perfetto!
poche battute ma un personaggio così piccolo e intenso non glielo regalavano da tempo....
Luciferina
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