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Il cigno nero

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il cigno nero

di will kane
8 stelle

Di quanta fatica,sacrifici,dolore fisico e timori siano dietro alle splendide movenze delle ballerine classiche è risaputo,ma chissà perchè il cinema ha sempre individuato una natura sinistra nel mondo della danza sulle punte,un caso per tutti "Suspiria". Il nuovo film di Darren Aronofsky,"Il cigno nero",che ha fatto guadagnare alla sua protagonista Natalie Portman l'Oscar come miglior protagonista in quest'ultima edizione,esplora il mondo inquieto della giovane Nina,la quale sente sia la paura che l'attrazione per la rivale più agguerrita,sente una fascinazione corrisposta per il regista Tomas,e vive in conflitto perenne con la madre,che aveva ambizioni di palcoscenico anch'essa:il tutto sempre più segnato,via via che la sera della prima si avvicina e la storia si dipana,da visioni inquietanti,ed un'identificazione sempre maggiore con il lato oscuro,il Cigno Nero,della fantastica musica di Tchaikovskji. Benchè si affidi a simbolismi anche troppo insistiti (specchi come piovessero,integri ed infranti) e voglia far fin troppo carico psicologico sul suo film,rischiando di mettere anche troppa carne al fuoco,ad Aronofsky va riconosciuto di realizzare un cinema che apre varchi di irrequietezza nello spettatore:così come per "The wrestler",anche "Il cigno nero" è un film che ti porti dentro anche il giorno dopo averlo visto,così come per il film che rilanciò Rourke,si racconti di un personaggio che fa del suo corpo e dei suoi sogni il proprio mestiere e la massima ragion di vita,soffrendo e martirizzandosi. Novella Alice che sta ai due lati della superficie dello specchio,Nina troverà il proprio culmine appunto in un'estensione di sè di cui non ha più controllo,e abbraccerà il sogno di una vita a carissimo prezzo:la Portman riporta sul suo bellissimo volto la fragilità furibonda di un'anima divisa e affronterà ogni conflitto,compreso quella con una madre che l'ha ingabbiata con una protettività sospetta,per giungere alla Verità. A due passi dal finale,il film si tramuta in un horror vero e proprio,con una sequenza almeno da antologia:quella dei disegnini in camera della protagonista che lasciano esplodere finalmente la loro negatività.Imperfetto ma urticante,sovraccarico ma intenso,il cinema di Aronofsky è materia delicata,sia pur nella sua naturale irruenza.

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