Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Aronofsky ha l'incedere di un caterpillar. La metamorfosi a cui sottopone la sua creatura (una Portman che incarna in maniera sublime il personaggio) è impregnata di tormento, ambizione, dissoluzione, autolesionismo, sinistri retaggi e infine nera catarsi. L'esasperato simbolismo presente in ogni fotogramma è invadente come una pesante scenografia teatrale sul palcoscenico. Per un'ora e più il continuo rimando agli specchi e la sordida e avvolgente oscurità si alternano gravi e statici. Non un film sulla danza dunque (nonostante quel mondo e alcuni suoi riti/ossessioni), quanto piuttosto sull'anima e il doppio. Faust e Dorian Gray insomma. L'ultima parte, vorticosa e incalzante, fa finalmente prendere il volo a Nina, schiava anch'essa di quel pubblico fagocitante che già aveva divorato il wrestler Rourke.
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