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Il cigno nero

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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La recensione su Il cigno nero

di mc 5
8 stelle

Confesso che ho scoperto l'esistenza e il significato del termine "bipolare" grazie a quel magnifico film che è "Two lovers". Ebbene, ho dovuto prendere in considerazione che possa esistere anche un cinema "bipolare". Come altrimenti definire un film come "Il cigno nero", pellicola dove in certi momenti ti sembra di assistere ad un seducente e intrigante mistero psicoanalitico e in altri ti sembra di piombare in atmosfere sgangherate degne del peggior incubo di un Dario Argento andato a male? E' strano, forse la prima volta che mi accade: dopo aver visto un film, ho ben chiari gli aspetti che me lo han fatto detestare ma -attenzione- per altri versi lo stesso film mi ha affascinato per motivi che invece non riesco a definire e ad individuare. In altri termini il film è ridicolo e più avanti ne argomenterò il perchè, ma al contempo mi ha intrigato da morire senza un apparente motivo. Tra parentesi, per la cronaca, devo aggiungere che il film ha spaccato in due la critica: chi lo esalta senza riserve e chi invece lo deride. E, sempre per dovere di cronaca, va riportato che nel week end ha incassato assai bene e si è subito posizionato nella parte alta della top ten. Non posso certo definirmi frequentatore del cinema di Aronofsky, del quale ho visto solo il penultimo "The wrestler", che mi era piaciuto moltissimo, ma -a quanto ho capito da ciò che ho colto in rete- pare che la sua filmografia precedente al film sul lottatore in declino, fosse all'insegna di una certa pretenziosità ed esasperata autorialità che ne hanno alimentato la fama di cineasta piuttosto presuntuoso. Una specie di genio incompreso, un artista eccentrico convinto di essere Autore con la "A" maiuscola. Non posso negare che il film trasmetta SUGGESTIONI FORTISSIME e in gran parte impossibili da spiegare. Personalmente ne sono rimasto vittima a più riprese: sembra che il regista abbia avuto un talento speciale nel fabbricare occasioni di ansia e di malessere. Un film che ti trasporta in un territorio disseminato di minacce e di mostri della mente, che ti fa sentire sul collo il fiato degli spettri di un "teatro" veramente inquietante. Un percorso condiviso con la protagonista, un viaggio nel disagio di vivere che prende alla gola lo spettatore e lo precipita verso un piano inclinato che conduce irreversibilmente alla follia della giovane danzatrice. La sequenza finale, infatti, coglie il pubblico, estenuato e teso, come una liberazione. E ci si avvia verso l'uscita ancora contagiati da quel disagio e desiderosi di recuperare serenità. Dunque un film che fa male, e che sotto questo aspetto funziona magnificamente, poggiando sulla costruzione di SUGGESTIONI infallibili nella loro essenza malata ed insinuante. Un film in cui la Bellezza coincide con l'Angoscia. Ciò detto, come promesso ora cercherò di spiegare perchè il film fallisce il colpo. Posto che raccontare di suggestioni (benchè seducenti) significa affrontare un terreno difficile in quanto impalpabile, mentre invece individuare della stessa opera (magari con ironia) l'aspetto sgangherato è esercizio più agevole e perfino divertente. E forse anche imbarazzante. Che strano film! Se uno lo valuta nel suo complesso non può evitare di confrontarsi con un innegabile richiamo seduttivo. Se però si va a fondo e si analizza sequenza per squenza, c'è di che farsi cascare le braccia. E capita allora che uno si chieda cosa gli abbia detto il cervello a Mr. Aronofsky quando ha scritto (è ovviamente  sceneggiatore e autore di tutto il progetto) certe scene che sono un monumento al kitsch e, peggio, una baracconata degna di un Grand Guignol da Luna Park. Molti di questi momenti sono dei flashes di violenza inaudita e urticante piazzati lì senza un vero perchè, come tante isole di cattivo gusto; prima accennavo a Dario Argento: ecco, Aronofsky sembra attingere all'Argento più pacchiano per realizzare sequenze inutili e gratuite, come quella di una Wynona Rider che si conficca ripetutamente un coltello nelle guance superando il confine del ridicolo. E poi questo tripudio di unghie spezzate e di corpi lacerati che a me ha suscitato solo disgusto...anche se poi ci sarà chi è subito pronto a giustificare ogni pacchianeria evocando simbologie e metafore a vagonate. Poi non posso esimermi dal considerare la faciloneria con cui il regista affronta la deriva di devianza che coglie la sventurata ballerina, trattando con superficiale disinvoltura temi complessi che attengono alla psicanalisi. Insomma mi pare troppo semplificato raccontare di una che è frustrata perchè vorrebbe essere perfetta ma non ci riesce e allora le cascano le unghie e si procura lacerazioni alla schiena. Sarcasmo a parte, la vicenda è quella di una giovane danzatrice che, tendendo alla perfezione assoluta, conquista il ruolo di prima ballerina nel "Lago dei Cigni", ma è schiacciata tra una madre oppressiva e un direttore artistico ambiguo e fanatico. Occorre dire che il cast è formidabile. Vincent Cassel è convincente nell'esprimere mellifluo e ambiguo cinismo. Barbara Hersey è una madre iperprotettiva grottescamente perfetta. Piccola parentesi. Curiosamente (ma è solo un caso) in questo film ho ritrovato due attrici che sono per me la migliore e la peggiore in assoluto tra quelle in circolazione. Una la adoro e l'altra la odio. Natalie Portman la trovo divina, artista fornita di una sensibilità unica, nonchè dotata di un viso con lineamenti delicati e quasi aristocratici che ne fanno una delle donne più incantevoli dell'universo. Discorso esattamente opposto per Mila Kunis, l'attrice più "cagna" di Hollywood, nonchè portatrice di una femminilità volgare, di quel tipo che io detesto. Vederla sullo schermo mi dà addirittura un senso di fastidio e di fortissima antipatia: è più forte di me. Nonostante tutto il male che ho detto di Aronofsky, voglio concludere invitando comunque alla visione del film, perchè si tratta in ogni caso di un'esperienza singolare. E poi, soprattutto, quando mancano poche ore alla cerimonia degli Oscar, un grande e affettuoso in bocca al lupo alla divina Natalie!
Voto: 7 e 1/2 

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