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Il cigno nero

Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film

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La recensione su Il cigno nero

di barabbovich
2 stelle

Lasciato il mondo dei combattimenti artefatti e fracassoni dopo l'inguardabile The wrestler, Aronofsky rimane ben saldo nel suo cinema dei corpi per spostarsi nel mondo della danza. Al centro della vicenda c'è Nina (Portman), ballerina tecnicamente assai dotata ma algida e frigida (e soprattutto psicolabile), altrettanto incapace di soddisfare fino in fondo le attese - artistiche e sessuali - del coreografo newyorchese Thomas (Cassel), per il quale Nina sarà l'etoile nel lago dei cigni di Tchaikovsky. La ragazza, che ha in Lilly (Kunis) una terribile antagonista, riuscirà a interpretare degnamente la doppia parte (quella del cigno bianco e quella del cigno nero) soltanto a condizione di vincere radicalmente le sue paure e di portare al parossismo il proprio autolesionismo.
Grazie alla scoperta dei cigni neri in Nuova Zelanda Karl Popper diventò uno dei più importanti epistemologi di tutto il Novecento. Con un libro dallo stesso titolo Nassim Nicholas Taleb ha firmato un (pessimo) saggio misteriosamente trasformatosi in best seller. Non fa eccezione il film di Aronofsky, andato benissimo nei botteghini d'oltreoceano. Peccato che la paccottiglia di questo osceno psico-thriller dalle marcate venature horror sia la bruttissima copia di Eva contro Eva, telefonatissimo nel suo svolgimento fin dalle prime battute, irritante nella sua ricerca dell'effetto a tutti i costi e per giunta girato con pellicola sgranatissima e molta macchina a spalla. L'inno al botulino di una irriconoscibile e mostruosa Barbara Hershey - nelle parti dell'inarginabile madre della protagonista - dà il tocco finale a questo festival degli orrori con finezze psicologiche da asilo nido.
Premio Marcello Mastroianni (Venezia) a Mila Kunis come miglior giovane attrice emergente e Golden Globe 2011 a Natalie Portman come miglior attrice protagonista di film drammatico.   

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