Regia di Tom Dey vedi scheda film
VOTO : 5++.
“Marmaduke” è un lavoro molto debole, che odora di già visto, penalizzato da un doppiaggio sul quale è meglio stendere un velo pietoso e caratterizzato da una storiella gestita senza troppa convinzione.
Insomma di cani (ma anche animali più in generale) parlanti non se ne sentiva certo la mancanza, tanto più se tutto il resto ha ben poco di interessante tra le sue corde.
La famiglia Winslow si trasferisce dal Kansas a Los Angeles per il lavoro del capofamiglia Phil (Lee Pace) e per tutti, figli e animali, questo porta modifiche radicali alle proprie abitudini.
Sansone, l’alano di casa Winslow, conosce fin da subito tanti cani, con alcuni entra subito in sintonia, ma puntando a diventare il cane alfa perde il contatto con quello che conta di più, ovvero i sani sentimenti.
Gli capiterà l’occasione per riscattarsi, sia con i suoi amici cani, sia con i suoi padroni non prima di aver distrutto loro la casa durante un party canino.
Non occorre certo fare troppo i pignoli quando si finisce a guardare un film del genere, per cui è ovvio che la storiella sia scontata e che l’happy end sia inevitabile (ed anche stucchevole all’unisono), però a tutto c’è un limite.
La partenza è tutto sommato discreta, l’introduzione è leggera e snella ed i sorrisi prevalgono nettamente sulle scocciature, purtroppo già col trasferimento a Los Angeles, e la seguente moltiplicazione di cani, le cose tendono a precipitare rapidamente.
Per cui abbiamo una valanga di cani che parlano quasi tutti con cadenze o dialetti (non se ne può più), situazione davvero strampalate (il surf, i balletti), non tanto che questo sia il problema che invece sta proprio nel fatto che questi frangenti a parte una discreta tecnica realizzativa non strappano mezza risata.
Ci sono poi una valanga di doppi sensi e batutte storpiate (“Oh my dog” invece di “Oh my god oppure “l’osso nella manica” invece dell’asso), alcune simpatiche altre decisamente meno, mentre complessivamente l’alano protagonista mi ha sufficientemente convinto, molto meno buona parte degli altri animali che si trova intorno (comunque non male il gatto).
Insomma non c’è molto altro da dire, lo spettacolo offerto è poca cosa anche se sarebbe bastato limare qualche eccesso ed evitare derive forzate per arrivare alla sufficienza.
Putroppo così non è.
VOTO : 5++.
Poco ispirato, dopo una partenza dignitosa, cala vistosamente toccando punti di rara bassezza.
VOTO : 6.
Semplice e naturale, certo qui gli attori in carne ossa sono poco più che soprammobili.
VOTO : 6.
Tutto sommato sufficiente, non gli viene chiesto niente di che e lui si adegua al tipo di film con una certa abnegazione (rischiando anche di essere ridicolo in alcune fasi).
VOTO : 5,5.
Marchetta piuttosto sterile.
Sprecatissimo senza dubbio, ma anche lui, attore di razza, questa partecipazione poteva tranquillamente evitarsela.
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