Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film
Il contributo di Weerasethakul al progetto internazionale O Estado do Mundo è un cortometraggio che si muove silenzioso lungo la linea di un confine, che è anche la scia di un’attesa. Il battello che percorre il fiume Mekong – che separa la Thailandia dal Laos – ospita un gruppo di persone ed un monaco buddista, impegnati nella celebrazione di un funerale. Nella prima parte, le ceneri del defunto, insieme a fiori ed offerte, vengono affidate alle acque, mentre le voci dei presenti sono sovrastate dal rombo del motore e dallo scroscio della corrente. Il rito è una lenta successione di piccoli gesti: accendere un bastoncino profumato, tagliare un telo, dipanare un filo. Nella seconda parte, quando la comitiva è sulla via del ritorno, la scena inizia ad animarsi, c’è chi canta, chi si mette a fumare, chi ha voglia di scherzare, e compare anche un cane. C’è chi, per contro, si lascia vincere dal sonno, o dalla malinconia, come quel ragazzo che racconta dello spirito del padre che gli è apparso in sogno. In questa dicotomia è riassunta tutta la visione ambivalente della cinematografia di Weerasethakul, che alterna il futile disordine della vita al quieto mistero della morte, e colloca l’uomo, con la sua presenza sfumata e incostante, nello stretto margine che divide i due mondi.
Al primo di questi appartengono la ricerca della felicità e il superamento del dolore, che possono essere scopi perseguiti con combattività, ma anche traguardi che ci seducono da lontano, invitandoci sommessamente a lasciarci semplicemente andare. Il buio – quella della notte e della morte – è la verità finale che livella tutto e da cui emergono, chiaramente riconoscibili, singoli enunciati, sotto forma di fonti di luce circoscritte (vedi, in particolare, gli effetti ottici di Phantoms of Nabua). La gente luminosa è dunque portatrice di una rivelazione che, coi suoi insanabili contrasti, comprende entrambi i volti dell’universo: quell’antitesi che soltanto nell’al di qua appare formata da due termini opposti.
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