Regia di Giuliana Gamba vedi scheda film
Dai lontani esordi come regista hard ad autrice televisiva e documentarista, Giuliana Gamba si muove con disinvoltura fra i lavori della Fondazione Cinema del Presente e miniserie Tv come Chi l’avrebbe mai detto. Guidato da Nour Eddine, musicista che vive da vent’anni in Italia, Sound of Morocco intreccia personaggi storici come Omar Sayed, portavoce dei Nass El Ghiwane, dei rapper di Casablanca, e il Festival di Essaouira. Troppo superficiali le considerazioni politiche (poco più che slogan), il film non riesce a essere nemmeno un’indagine antropologica attendibile. Nonostante Nour Eddine, le notazioni musicologiche sono poco approfondite (i Maestri Musicisti di Jajouka, adorati da William S. Burroughs, Ornette Coleman e Brian Jones, sono trattati alla stregua di un fenomeno di colore) e il montaggio della trance gnawa di Abdellah è inutilmente artificioso. Superflui, infine, gli accenni fiction. Sound of Morocco purtroppo, nonostante le evidenti buone intenzioni, è il frutto di uno sguardo che tenta di essere ammesso al cospetto del mondo che vuole filmare senza riuscire ad articolare una strategia dello sguardo o della differenza. Agli autori avrebbe giovato senz’altro ripassare la lezione di Gianni Amico (Appunti per un film sul Jazz, Bahia de todos os sambas).
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