Regia di Jimmy Hayward vedi scheda film
E anche Jonah Hex ha avuto il suo adattamento per il grande schermo. Niente di memorabile, un caotico pasticcio western con inserti action ed horror che ci restituisce un antieroe piuttosto anonimo, mosso dalla sola sete di vendetta e privo di quell'indispensabile dose d'autoironia che paradossalmente sembrano avere i due villain del film. Un blockbuster sterile, girato e montato come fosse un videoclip e dotato di una colonna sonora ai limiti dell'imbarazzante (Marco Beltrami sui Mastodon??). Il repertorio è quello classico: un uomo che ha perso tutto - cacciatore di taglie con la peculiarità di saper comunicare coi morti - vaga per i territori di un' America vicina al primo secolo di vita dando la caccia allo stesso tipo d'uomo che gli ha sterminato la famiglia. Potete immaginare cosa succeda quando questi scopre che il vero responsabile di tutte le sue sofferenze sia ancora in vita e deciso niente meno che ad annientare l'intero stato. Assalti al treno, cimiteri rivelatori, misticismi indiani, puttane redente, innesti onirici, patriottismo spicciolo, tutti elementi buttati lì in maniera grossolana e poco amalgamati tra loro in un film in cui il primo a essere fuori posto è il suo protagonista. Josh Brolin, infatti, funziona poco e male, imbrigliato in un personaggio sfigurato ed elementare che non gli si addice. Colpa in primis di un soggetto non all'altezza che comprime i propri personaggi in macchiette stereotipate che attraversano lo schermo velocemente e senza lasciare alcun segno del proprio passaggio. Vedere per credere alla voce Megan Fox, Jeffrey Dean Morgan e Michael Shannon che francamente non ricordo nemmeno d'aver intravisto. E questo è grave. E se Malkovich la sfanga con mestiere, la cosa migliore del film rimane forse lo scagnozzo tatuato di Michael Fassbender. Lui almeno pare divertirsi.
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