Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
La giovane Yukie (Yui Miura), con la complicità delle amiche Mutsumi (Wako Andô) e Akiko (Hatsune Matsushima), si prende gioco di una compagna di scuola, che per lo shock non esce più di casa. Yukie, però, divorata dai sensi di colpa, non riesce più dormire: la ragazza derisa, infatti, tormenta i suoi sogni. Decide, allora, di rivolgersi al detective degli incubi Kyoichi Kagenuma (Ryûhei Matsuda). C'è solo un problema: anche lui è sconvolto da sogni inquietanti e dai ricordi del passato che riaffiorano nella sua mente. E, nel frattempo, le due amiche di Yukie muoiono misteriosamente... A due anni di distanza dalla prima apparizione torna, in un secondo capitolo-prequel mascherato da sequel, l'indagatore dell'incubo di Tsukamoto: l'approccio, chirurgicamente proteso verso una totale identificazione/sovrapposizione tra sogno e realtà, è ancor più visionario ed agghiacciante del precursore, la rarefazione delle atmosfere ed il crescendo di tensione drammaturgica sempre più opprimenti ed angoscianti, lo splendore formale della messinscena ancor più folgorante e denso di suggestioni. Macchina da presa in spalla, Tsukamoto, sublime cantore della disperata alienazione della civiltà moderna, percorre le esistenze dei suoi personaggi, in una fiammeggiante girandola di sogni, premonizioni e flashback, tra primi e primissimi piani via via sempre più asfissianti, dissolvenze, sovrimpressioni, accelerazioni e ralenti, fino a ridurne (allegoricamente) a brandelli ogni frammento della psiche. Evocando visivamente le suggestioni più macabre del Cronenberg di Videodrome o del Brian Yuzna di Society - The Horror, Tsukamoto piega il corpo umano (e filmico) fino a prosciugarne ogni intima essenza vitale: resta solo il guscio, contenitore di un inconscio violato e terrorizzato dalla paura (e che per questo non può che protendersi verso un liberatorio e definitivo desiderio di morte), involucro di carne rivoltato, devastato e squarciato per entrare ed uscire dalla realtà, viscerale varco dimensionale tra materia trascendente e organica. Se il primo capitolo potrebbe, metaforicamente e stilisticamente, essere equiparato ad una deflagrazione atomica, Nightmare Detective 2 ne costituisce il tossico fallout: una pioggia di scorie malsane in cui una società incancrenita nelle sue ataviche pulsioni distruttive (i demoni dell'infanzia che tormentano il protagonista, il desiderio di morte...) cerca una paradossale purificazione alla solitudine della propria esistenza.
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