Regia di Randall Wallace vedi scheda film
Ritorna a essere emanazione “coppoliana” Diane Lane, non quella fasulla di Come un uragano. In Un anno da ricordare è Penny Chenery, casalinga e madre di famiglia che emerge nel mondo dei cavalli grazie a Secratariat, purosangue inglese, vincitore della Triple Crown. Una figura reincarnata sullo schermo (sia il personaggio sia l’attrice) in un biopic liberamente ispirato al libro Secretariat: the Making of a Champion di William Nack, senza troppe vertigini ma comunque solido nel mantenere alta la tensione emozionale in un film basato su una storia vera. Randall Wallace, sceneggiatore di Braveheart e regista di La maschera di ferro e We Were Soldiers, ama il respiro epico, che inizialmente fa fatica a prendere forma per una composizione illustrativa d’epoca che si mantiene troppo in superficie nella rappresentazione dell’inizio dei primi anni 70 (il film inizia nel 1969) e nella costruzione delle dinamiche familiari (senza però annegarci dentro come Ang Lee in Tempesta di ghiaccio). Poi il film ha impennate irregolari e dà il meglio di sé soprattutto nelle gare, in cui si vede lo sguardo e si sente il cuore di Secretariat, e nella complicità tra la protagonista e l’addestratore interpretato da John Malkovich. Siamo sull’onda di Seabiscuit e Dreamer, con tracce del filone sulla boxe (i bei duelli verbali in conferenza stampa alla Rocky). Ma manca qualcosa per superare l’ostacolo decisivo.
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