Regia di Randall Wallace vedi scheda film
Nella fattispecie, l'anno da ricordare citato nel titolo italiano è il 1973, quello in cui il purosangue Secretariat vinse la mitica Triple Crown confermandosi uno dei più grandi cavalli di razza ( e da corsa) di tutti i tempi. Strutturato come altri titoli del filone "cinema ed ippica" come Seabiscuit, Dreamer, o Black Stallion, il film del sempre melodrammatico Randall Wallace segue le gesta del suo straordinario protagonista animale abbinandolo alle vicende degli uomini e donne che gli ruotano attorno: dalla caparbia ed anticonformista proprietaria all'eccentrico allenatore francese, dall'impavido fantino agli inevitabili ed impotenti concorrenti. Sullo sfondo gli anni '70, l'emancipazione femminile ed una bella dose di buoni sentimenti che, abbinata alla componente agonistica/sportiva ammantata di mito, vanno alla disperata ricerca di facile empatia con il pubblico così come Secretariat conquista i propri sostenitori vincendo le gare partendo sistematicamente dall' ultima posizione. Un classico ma l'ingombrante retorica del cinema di Wallace non giova al film e fatta eccezione per un paio di sequenza di gara in soggettiva, il bizzaro guardaroba di Malkovich e la sempiterna bellezza della Lane, "Un anno da ricordare" finisce tranquillamente nel dimenticatioio.
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