Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film
Toh, un’altra rivelazione stagionale che frana al secondo film. Con tanti saluti al capolavoro e all’autore. Florian Henckel von Donnersmarck, dopo Le vite degli altri, passa alla cassa. The Tourist è una caccia al ladro dove la Laguna veneziana sostituisce la Costa azzurra (che Sir Alfred ci perdoni!). Una sceneggiatura meccanica, un plot che non decolla mai, una regia gonfia e banale. E le musiche trite di James Newton Howard. Angelina Jolie, immobile e statuaria, si offre alla macchina da presa come dalle pagine di una rivista d’alta moda. Così, l’uomo sbagliato di Johnny Depp, abbordato da una sconosciuta su un treno, si ritrova braccato dall’Interpol, killer russi assoldati da un gangster inglese e da poliziotti italiani inetti o corrotti (tra i nostri commedianti ingaggiati sul posto: Christian De Sica, Alessio Boni, Nino Frassica, Raoul Bova, Daniele Pecci e Neri Marcorè). The Tourist vorrebbe aggiornare la commedia rosa celebrata da William Wyler, Stanley Donen, Jules Dassin e Joseph L. Mankiewicz ma Von Donnersmarck ignora cosa sia ironia, eleganza o ambiguità. Nadir della carriera di Johnny Depp, espressione di un neocolonialismo immaginario, il film è incapace persino di sfruttare il glamour naturale di Venezia. L’improbabile casting di Susie Figgis fa il resto. Florian Henckel von Donnersmarck è il nuovo Lasse Hallström.
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