Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film
“The tourist” è un thriller che parte con le migliori intenzioni e per buona parte riesce a mantenere la tensione: il mistero si infittisce, la trama è svolta benino, il tutto per via di una compattezza che lascia incollati allo schermo. Quando però si deve quagliare, in un finale banale e prevedibile, una sceneggiatura indecente e l’inconcretezza alla regia di Florian Henckel von Donnersmarck, che a dispetto del cognome chilometrico e complicato rende tutto breve e semplicistico, portano ad una risoluzione delle vicende che lascia l’amaro in bocca. Le tecniche di gestione della tensione, i falsi indizi miseramente e farsescamente disseminati per tentare di allungare il brodo, finiscono per prolungare l’agonia di un film che si dimostra come un fucile dalle polveri bagnate, che sul più bello fa cilecca. Se l’avesse visto Hitchcock sarebbe morto dalle risate. E lo stesso può capitare a molti spettatori. Peccato che alla voce “genere” il film si classifichi come thriller. Tutto molto scialacquato, insomma.
Da segnalare la presenza, a quanto pare imposta per ottenere la location di Venezia, di un manipolo di attori italiani (Bova, Casagrande, De Sica, Frassica, Boni, Marcorè) buoni per perpetuare al mondo gli stereotipi nostrani di dongiovanni (di quattro soldi), corrotti e caciaroni. Depp conferma il trend , cominciato con “Nemico pubblico” di recitare senza nulla che ne occluda pesantemente i connotati, cosa strana per i suoi canoni. La Jolie, infine, è naturale come un cocomero cubico.
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