Regia di Florian Henckel von Donnersmarck vedi scheda film
Fake tour
Frank Tupelo/Johnny Deep (vedendo Elise Clifton-Ward/Angelina Jolie in abito da sera, abbagliato dal suo décolleté e dalle sue labbra-canotti che la precedono di circa mezzo metro): “Ca..o…come sei vorace !”. Lei: “credo volessi dire procace….tu, adesso, sembri vorace (trad. eccitato).
Questa è la cifra stilistica del nulla, applicato come una formula matematica. Aggravata da lesa maestà nei confronti del maestro Hitchcock. Ma si rassegnino i produttori hollywoodiani di questo spottone commerciale lungo un'ora e mezza, la coppia di protagonisti scelta non si avvicineranno mai, né per fascino né per bravura attoriale alla coppia Eva Marie Saint/Cary Grant. Angelina Jolie ha due espressioni: con il boccaporto aperto e con il boccaporto chiuso. Johnny Deep è ormai incastrato nel suo personaggio/ pirata Jack Sparrow e nel suo fastidioso campionario di smorfiette, oltre a diventare pericolosamente inespressivo quando tenta di dare spessore (!) al suo personaggio. Le scene d’amore ? coinvolgenti quanto un comizio democristiano e torbide quanto un bacio fra uno stoccafisso e un baccalà con l'alitosi. Non dimentichiamo, poi, i ringraziamenti dell’ente turismo veneto per le dozzinali inquadrature della laguna e per la pubblicità (in)volontaria a rinomati alberghi, stilisti e orefici vari. And Last but not least le comparsate di una nutrita compagine di rinomati attori (!) italiani coinvolti in comparsate/marchette d’autore, per le quali potranno vantarsi per i prossimi 4 o 5 anni: Raul Bova nei panni del’innovativo personaggio del conte/corteggiatore italiano, Nino Frassica in quelli del Carabiniere (sic) che apostrofa Johnny Deep con il più classico degli improperi del sud Italia, Christian De Sica che interpreta il corrotto ispettore Lombardi (e, mi duole dirlo, forse il più convincente del mazzo di prodi “caratteristi” italici) e Neri Marcoré nelle vesti di un connivente cameriere d’albergo, insieme ad altri carneadi del sottobosco para/televisivo/cinepanettonaro della penisola. La trama ? un pallido tentativo di imbastire un thriller simil “North by Northwest” con truffatori, donne fatali, F.B.I., tradimenti e inseguimenti vari in laguna, sui tetti ed a piedi, con un tasso di noia che cresce esponenzialmente con il proseguire della visione, raggiungendo vette di inutilità quasi trash. Pur non conoscendo il film del quale questo “prodotto” si professa remake (il francese “Anthony Zimmer” del 2005 di Jerome Salle con Sophie Marceau e Yvan Attal), mi chiedo, infine, come abbia potuto Florian Henckel von Donnersmarck, regista del valido e pluripremiato “Le vite degli altri”, dirigere questo inno alla vacuità, perdendo per strada, già al suo (credo) primo lavoro hollywoodiano, tutte le qualità registiche (e sceneggiative), non eccelse ma comunque valide, precedentemente dimostrate.
Derivativa.
Pessima.
Spaesato.
Affetta da paresi facciale.
Poco incisivo.
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