Regia di Burr Steers vedi scheda film
Per seguire il proprio cuore nel melodramma soprannaturale bisogna prendere altre strade. Del resto l’accoppiata Burr Steers & Zac Efron aveva già mostrato come si può buttare all’aria una bella idea in 17 Again. Lì c’era il passaggio oltre le barriere del tempo, qui nell’aldilà. Ma non tutti possono dialogare con la morte e Hereafter ci ha appena fatto vedere che questo è un dono per pochi eletti. Charlie va a lavorare nel cimitero dove è sepolto il fratello più piccolo e ogni sera continua a parlare e giocare con lui fino a quando l’incontro con una ragazza finisce per rompere questo appuntamento ricorrente. Chiamando in causa Truffaut, si può «tradire senza inventare» e questo è ciò che hanno fatto gli sceneggiatori Pearce e Colick portando sullo schermo il romanzo di Ben Sherwood, uscito in Italia con il titolo Ho sognato di te. Statico e monotono nei passaggi narrativi e senza tensione nei momenti decisivi (l’incidente stradale, la ricerca in mare), il film vuole riprodurre quasi un ibrido tra lo sguardo videoclip di Michael Bay e la scrittura di Nicholas Sparks. Ma quei fasci di luce biancastra hanno il solo effetto di far sparire molto presto Kim Basinger e Ray Liotta.
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