Regia di Burr Steers vedi scheda film
Prima di questo film non ne avevo visto altri con Zac Efron pur essendo curiosa di vederlo all’opera visto che, spesso e volentieri, viene associato al mio attore preferito, Leo DiCaprio, vuoi per la latente somiglianza tra i due, vuoi per il rapporto d’amicizia che li lega. Addirittura mi è capitato di leggere che, per qualcuno, Zac sarà il futuro Leo e, con pura sorpresa (essendo Leo, per me, insuperabile e inimitabile), ho dovuto ammettere che la stoffa c’è, in alcune sue espressioni mi è sembrato di intravedere qualcosa che ricorda il mio idolo, che lo stesso Efron ha più volte palesato di apprezzare tanto da volerne seguire le orme. Pur essendoci la stoffa e l’intenzione, manca il talento facciale/espressivo, che caratterizza DiCaprio più di chiunque altro. Il ragazzo ne deve ancora fare di strada (soprattutto se contiamo che il suddetto Leo alla sua età era già il “Re del mondo”) ma, se resta su questo sentiero potrebbe arrivare lontano, avendo alla base la capacità di catalizzare l’attenzione di un intero film su se stesso, non solo per l’evidente bellezza. In conclusione è lui l’unica attrattiva della pellicola che risulta leggermente coinvolgente, non riesce però ad alzare il livello del film, che finisce per essere banale e prevedibile, dopo un colpo di scena piacevole proprio perché inaspettato. Se il regista (o l’autore) avesse avuto il coraggio di osare un po’ di più, trasformando il finale dal surreale al reale, di sicuro avrebbe ottenuto qualche altre stellina di consenso. Occasione sprecata.
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