Regia di Burr Steers vedi scheda film
Zac Efron vede la gente morta. Essendo un figo dagli occhi blu, ha però la facoltà di interagire solo con trapassati che gli stiano particolarmente a cuore, tipo il fratellino perso in un tragico incidente o i compagni di scuola arruolatisi un po’ troppo giovani. La cosa non ha molto senso ma presenta i suoi vantaggi. Nonostante il nostro abbia infatti mollato mamma, scuola e vela per rinchiudersi in un cimitero, l’aura da strambo tormentato lo rende ancora più irresistibile al gentil sesso, tanto da far cadere ai suoi piedi la ragazza più in gamba (?) del circondario. Tolta l’idiozia romantica di un plot che mischia il peggior Nicholas Sparks con il Ghost di Jerry Zucker, del film di Burr Steers rimangono da salvare giusto i primi passaggi e qualche altra sporadica sequenza incentrata sul legame fraterno, unici momenti in cui poter intravedere un barlume di spontaneità sia nel girato che nella recitazione. Il resto è una squallida pantomima buonista che arriva a scomodare addirittura San Giuda (o Ray Liotta?) in qualità di patrono di tutte le cause perse. Effettivamente ce n’era ben donde.
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