Regia di Alexandre Aja vedi scheda film
Sorta di remake del più serioso Piranha di Joe Dante firmato da un veterano di remake ovvero il francese Alexandre Ajà, che pare non aver quella fantasia necessaria per confezionare un film proprio e innovativo.
Il film è costruito attorno a due cose: fauna femminile mozzafiato con topless a go go e qualche nudo integrale (non a caso il protagonista si troverà coinvolto nella produzione di un film porno da girare sul lago sopra una barca) ed effetti gore estremi e super splatterosi.
La sceneggiatura è quasi del tutto assente e si perde tra citazioni (compreso Shark Rosso nell'oceano di Bava jr) e pesanti scopiazzature da Lo Squalo (solita festa estiva con mandrie di giovani che non escono dall'acqua), miscelate alla moda odierna di proporre pesci estinti (i piranha del film non sono quelli comuni) che ritornano a nuotare nelle nostre acque.
Nell'occasione emergono dalle profondità di un lago a causa di un terremoto che vi ha aperto una falla mettendo in comunicazione la parte superficiale con quella di un ulteriore lago sommerso al di sotto della stessa (!?).
Dunque niente di nuovo, se non fosse per il taglio eccessivo e ultra pulp che viene dato (giustamente) dagli autori.
Credo si tratti del film più estremo e sanguinolento che mi sia mai capitato di vedere tra tutti i film dedicati ai mostri marini.
Ajà, con gli specialisti Howard Berger e Gregory Nicotero, spinge sul pedale dello splatter. Ci sono effetti sia in computer grafica che in vecchio stile e di pregevole fattura.
La fantasia degli effettisti è lasciata libera e così si vede di tutto da peni ingurgitati e poi vomitati dai piranha, a volti ridotti in scheletro, passando per gente urlante che si regge su gambe ormai spolpate del tutto, teste che scoppiano (Eli Roth travolto da uno scafo), modelle in bikini divise in due e chi più ne ha più ne metta. Il tutto immersi in un'acqua che diviene interamente rossa.
Ne consegue un taglio da B-Movie con gusto per il trash che ha la sola funzione di intrattenere gli amanti di questo genere.
Il finale, che poi tale non è, è assurdo, così come assurde sono almeno altre tre o quattro sequenze (tra le quali quella in cui un poliziotto dopo aver preso il motore di uno scafo, ne aziona l'elica e si butta in acqua in mezzo a un branco di piranha tranciandone a dozzine prima di essere lui stesso sbranato... un gesto kamikaze totalmente gratuito).
La fotografia è artificiosa e va, anche lei, a estremizzare la luminosità in modo da rendere quasi ipnotico l'azzurro del lago. L'effetto finale, seppur irrealistico, è buono.
Le interpretazioni non sono malaccio, ci sono anche vari cammei-omaggio come Richard Dreyfuss (Hooper in Lo Squalo) che muore a inizio film, Ving Rhames (il nero di Pulp Fiction) ed Eli Roth (il regista di Hostel). Molte attrici si salvano grazie alle loro procaci grazie, meno brillanti il protagonista McQueen e l'odioso Jerry O'Connell (nel film fa il regista porno) entrambi provenienti da film e dai serial televisivi, così come buona parte del cast artistico. Fa invece la sua bella figura nei panni dello sceriffo (ancora una volta con figli disobbedienti che invece di starsene a casa come programmato se ne vanno in gira sul lago) la quasi cinquantenne Elisabeth Shue.
Più che sufficiente la regia, con un ritmo tutto sommato buono.
Svago totale, tra un pizzico di erotismo e tanto splatter. Da vedere staccando il cervello. Volontariamente trashoso. Voto: 6.5 (sceneggiatura voto: 4; effetti gore: voto: 8.5
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