Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film
Una fiction televisiva targata Rai in due puntate, scritta da Salvatore Basile e Patrizia Carrano, che sfiora la durata complessiva di tre ore e mezza (un'ora e quaranta circa ad episodio). Sindoni ha girato qualche commediola di poco risalto - ma comunque senza mai sprofondare nel trash - fra gli anni '70 ed '80 (Perdutamente tuo, mi firmo Macaluso Carmelo oppure Per amore di Cesarina, con Walter Chiari); dai primi '90 è quindi approdato alla televisione ed ha licenziato una serie di prodottini miseri in quanto a contenuti e ancora più ridotti in termini di forma come questo Regina dei fiori. Un film la cui unica attrattiva è la protagonista: la bellissima Manuela Arcuri, la cui prorompente femminilità va al passo con la sua totale mancanza di dote artistica; ma per sua fortuna il cast è quasi interamente composto da sconosciuti e mestieranti (i nomi più celebri, impegnati in personaggi di secondo piano, sono quelli di Jacques Sernas e Delia Boccardo), motivo per cui non avrebbe neppure senso sottilizzare, mettersi a dettagliare l'inettitudine di un interprete piuttosto che di un altro: all'apertura del canile è difficile riconoscere i singoli latrati, pare piuttosto di ascoltare un confuso, anarchico latrato globale. In tutto ciò risaltano le musiche di Fabio Frizzi, non da buttar via. 1/10.
Un uomo d'affari del nord, giovane e belloccio, ed una fioraia di un mercatino rionale romano, simpatica e piacente: si incontrano per caso e sboccia l'amore. Ma sorgono due complicazioni: innanzitutto lui sta per sposarsi con un'altra (che comunque non ama davvero) e poi, soprattutto, la fioraia abita in un palazzo di proprietà della zia del suo nuovo amante. E quando la zia muore...
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