Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Un altro adattamento di un romanzo (Metello di Vasco Pratolini) ad opera di Bolognini, sempre apprezzabile per il gusto e l'eleganza delle ricostruzioni storiche e qui anche per la sobria riproposizione dell'atmosfera di continuo scontro - non solo e semplicemente in senso fisico - sociale dell'epoca, fra classi povere e classi agiate; sintomatico in questo senso è il personaggio dell'ingegnere, ex muratore arricchito nelle tasche ed impoveritosi moralmente. E' un lavoro compiuto in cui ci sono la tragedia, il sentimento ed anche il lieto fine. Nulla da eccepire sugli interpreti: Ranieri la fa da padrone senza mai calcare i toni, la Piccolo, la Bosè, Montagnani sono tutti nomi che non hanno bisogno di presentazione. Fra l'altro questo è il secondo dei tre film consecutivi (dopo Bubù e prima di Imputazione di omicidio per uno studente) che il regista gira con Ranieri protagonista fra il '70 ed il '72 - e probabilmente anche il migliore. Sceneggiatura di Bolognini, Suso Cecchi D'Amico, Luigi Bazzoni, Ugo Pirro; musiche 'intonate' di Morricone. 6,5/10.
Nella Firenze fra fine Ottocento e primo Novecento, Metello è un muratore che si converte alla fede socialista, partecipando a manifestazioni, scontri con le forze dell'ordine, scioperi; per questo finisce anche in galera e si scontra con l'ingegnere del cantiere, di cui però sposa la figlia. Ma Metello è giovane e piacente...
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