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Il Messia

Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film

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La recensione su Il Messia

di kubritch
6 stelle

Applicare il registro neorealista ad un'epoca tanto remota è un gigantesco azzardo. L'operazione può funzionare solo se il racconto riguarda l'attualità. Altrimenti, si può solo giocare con le illusioni della gente. Gerusalemme al tempo di Erode, o meglio, negli anni successivi alla sua morte avvenuta nel 4 a.C., prima che nascesse il dio Gesù, era all'apice del suo splendore architettonico proprio grazie alla volontà del suo sovrano. Non se ne può più di queste 4 pietre nude e fatiscenti che fungono da abitazioni manco fossimo nel 10 mila a.C. Perchè dovrebbe essere un bene che la gente crede a babbonatale? Perché l'ha detto il piduista Maurizio Costanzo? Oggi, sappiamo che i popoli antichi amavano i colori molto più di noi che siamo grigi, spenti e omologati. Tutto era a colori: le statue i templi, le case... dorato, sgargiante. Inoltre, l'archeologia ha fatto scoperte eclatanti sulla storia mediorientale. Cose censurate nelle scuole pubbliche cristologicamente orientate. Gli ebrei, per quella malintesa immagine di mansuetudine diffusa dalla propaganda mediatica, li vediamo sempre come gente umile ed inerme dedita alla pastorizia e alla pesca. Invece, gli ebrei, malgrado la loro debolezza militare, erano un popolo assai fiero e poco tollerante delle dominazioni straniere. Un po' come gli italiani con gli austriaci, per intenderci. Come dargli torto? Quello di Gesù, Yahshuah, era un periodo turbolento, di rivote continue, che culminò con la distruzione definitiva del Tempio (ne avevano solo uno restrutturato e abbellito da Erode) e la diaspora degli ebrei. Il Tempio era considerato lo “stargate” con YHWH, ed era anche la banca nazionale come il Partenone di Pericle o San Pietro. Quando fu saccheggiato immise tanto di quell'oro sul mercato da svalutarlo. Comunque, per i romani fu una catena di montaggio di “crocifissioni” che erano più una sorta di gogna permanente  ricavata da pali grezzi - aguzzando la vista, si intravede in "Spartacus", solo che i piedi dei condannati poggiavano a terra. (Una tecnica di supplizio lento, straziante che i romano-cristiani hanno, poi, nei secoli, perfezionato conficcando pali che dall'ano sbucavano dalla spalla. Evoluzione del sadismo.) Si parla, addirittura, di centinaia al giorno – non avevano il tempo per raffinare le assi si fornivano dei fusti e dei rami grezzi. La crocifissione di Gesù era tutt'altro che un caso eccezionale. D'altronde i messia erano all'ordine del giorno; terroristi, naturalmente, dal punto di vista romano. Chiaramente noi vediamo sempre la storia deformata con gli occhi dell'impero tendendo quasi a giustificarlo come esportatore di civiltà. La solita balla di un'umanità dedita alla violenza come strumento di governo sulle genti! La civiltà, in effetti, è un'invenzione dei raffinatissimi popoli mesopotamici. Su questo la Bibbia non mente, solo un po' più ad est della Palestina. Si capisce perché i romani fossero considerati usurpatori. “Sangue... sangue... sangue.” Come direbbe Norman Bates. Fiumi di sangue. Dunque, questa immaginetta di una Gerusalemme quasi bucolica è una solenne patacca per una massa di indottrinati illusi. Se non s'intende questo non si capisce nemmeno la ragione del discorso profondamente antimilitarista, anti-imperialista, di Gesù - traduzione alla romana di Yahshuah (Dio salva, ovvero, guarisce... la psiche). Io tendo ad immaginarlo un po' come un Gandhi antelitteram contro l'impero britannico, con un obiettivo, però, a lunghissimo termine poiché era consapevole delle scarse possibilità di riscatto nell'immediato. Oltretutto, senza contestualizzare storicamente, cioè senza la rappresentazione del fermento sociale, è normale che la questione diventi esclusivamente teologica, con la conseguenza spiacevole di addossare tutta la responsabilità sugli ebrei. A quei tempi religione e politica erano un tutt'uno inestricabile. La Legge di Abramo non era solo devozione, credenza in un creatore, era istituzione. Avevano, pure, il diritto di rivendicare le proprie tradizioni millenarie come, oggi, fanno i cattolici per reazione ai progressi della scienza. Quante volte i cattolici hanno respinto l'accusa di aver mandato a morte dei poveri cristi come esempi deterrenti, solo perché sospettati di dissidenza, addossando la responsabilità al braccio secolare? Fossi stato ebreo, forse, anch'io avrei partecipato ai moti di insurrezione contro gli invasori. La via di Gesù è quella, ancora, ritenuta utopica della non-violenza, nonostante il predominio dei cosiddetti cristiani. Cristiani a cui si deve la persecuzione programmata e popolarmente approvata, di milioni di civili inermi, milioni di Cristi. E' il colpo di grazia dell'esperimento storico istituzionale del cristianesimo. Ormai, per credere che il Gesù istituzionale rappresenti il Bene ci si può solo appellare ad uno scomposto misticismo arcaico fatto di emotive superstizioni con effetti sociali pericolosissimi. Fare di Gesù un vessillo di razza o di nazionalità o di etnia è un mostruoso ossimoro. Tornando al film, l'idea del prologo con la disapprovazione del patriarca Samuele di fronte alla richiesta di costituire uno stato monarchico l'ho trovata efficace e aderente alla filosofia del messia Yahshuah, re senza regno, anche se ha un malcelato sapore di interpretazione comunista. Se una cosa è vera non lo è meno perché viene politicamente strumentalizzata. Ho notato con piacere, la sostituzione della parola croce con giogo. Ma perché la Vergine è così tanto più giovane del figlio? Forse si vuole alludere ad un rapporto coniugale più che di figliolanza? Per il resto, penso che sia scorretto spogliare il racconto evangelico dei fenomeni portentosi solo per scrupolo di realismo. I vangeli non sono una cronaca giornalistica. Non sono documentario. Se pure Gesù non fosse altro che un personaggio inventato, questo non escluderebbe la verità della sua rappresentazione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. A tali condizioni, l'approssimazione della messainscena diventa ancora più evidente. Durante la visione era forte l'impressione di assistere ad un'imitazione involontaria di Bunuel; per cui, mi aspettavo che improvvisamente cspuntasse qualcosa di paradossalmente dissacrante. Colpa della mia conoscenza cinematografica se non sono, proprio, riuscito a prendere sul serio le solenni orazioni del divin protagonista. Penso di aver capito il perché. Il difetto sta nel manico. I comunisti all'italiana non hanno mai avuto il coraggio di contestare inequivocabilmente l'ordine borghese. Alla fine, si sono estinti lo stesso. Quindi mi chiedo: a che è servito?

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