Regia di F.W. Murnau vedi scheda film
Fantasma è la fragilità della poesia rispetto all’aggressività del mondo: la sua consistenza è una tenue trasparenza, che copre ed abbellisce la realtà come un velo di pizzo, ma non protegge il sognatore dagli attacchi del materialismo. Uno scenario elegiaco, fatto di interni romantici ed esterni pittoreschi, fa da sfondo ad una vicenda in cui gli ideali rimangono confinati in una dimensione superiore, dove si coniugano dolcemente all’amore vero, mentre in primo piano si svolge una squallida vicenda di avidità e cinismo, imbellettata dai colori fatui della transitoria gloria terrena. Il protagonista Lorenz Lubota è un poeta che non riesce a vendere le proprie rime, ed uno spasimante che non ha abbastanza soldi per conquistare la donna del suo cuore. I suoi desideri volano al di sopra dei principi pragmatici della società borghese, che vive di possesso ed apparenza; però, per realizzarsi, essi hanno bisogno di sostegno e di consenso, ossia di tutto ciò che, notoriamente, si deve pagare con moneta sonante. Lorenz diventa così il povero che ruba non perché privo di mezzi di sussistenza, ma perché illuso che col denaro si possa comprare la felicità. Purtroppo, per i semplici - che non hanno in mano le redini del potere - cedere alle tentazioni significa rimanere vittima dei propri errori, perdendo gli unici beni di cui essi per natura dispongono, ossia l’innocenza e la libertà. Ma se soltanto a loro tocca il castigo, soltanto a loro spetta anche la successiva redenzione, che apre davvero le porte di quel modesto paradiso terrestre che è fatto del calore dell’intimità e della serenità dell’anima. Questo film ritrae la tumultuosa schermaglia tra l’uomo e la perdizione, che è una grottesca giostra guidata dalla rabbia, dall’invidia e da tutte quelle fiamme, ora fredde ora roventi, ora cupe ora brillanti, che, dentro di noi, sono continuamente accese da un perenne, inappagato istinto di rivalsa.
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