Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Moglie dell'imperatore Claudio, Messalina è donna di facili costumi e dai molti amanti. Fra questi c'è Caio Silio, che cospira contro Claudio e che trova l'appoggio proprio di Messalina.
La storia di Messalina, nella quale abbondano intrighi, tensione ed erotismo, è decisamente cinematografica; Carmine Gallone non è stato il primo a occuparsene, ma certo ne ha dato una versione degna di nota con questa pellicola. Siamo nel 1951 e il cinema italiano comincia a occuparsi della storia antica; Gallone è qui un pioniere del genere detto 'dei sandaloni', o peplum, che esploderà nel giro di qualche anno, complice l'uscita di grosse produzioni made in Usa ambientate nel passato remoto (Ben Hur, Spartacus, etc.). Con un cast dignitosissimo, ma privo di grandi stelle (Maria Felix, Georges Marchal, Jean Chevrier, Carlo Ninchi, Memo Benassi, Delia Scala, Ave Ninchi, Lamberto Picasso, Erno Crisa, Achille Majeroni) e con una coproduzione a triplice targa italo-franco-spagnola, il regista celebre per le sue trasposizioni cinematografiche di opere liriche confeziona in questo caso un prodotto apprezzabile sia dal punto di vista dell'intrattenimento che da quello dell'attendibilità della ricostruzione storica, mostrando appieno le sue capacità e la sua versatilità. Gallone risulta nei titoli di testa l'autore del soggetto, dal quale hanno tratto la sceneggiatura Vittorio Nino Novarese e Albert Valentin, con la collaborazione per i dialoghi di Cesare Ludovici e Pierre Laroche. Nonostante l'età (classe 1885: all'epoca i suoi colleghi coetanei erano già in pensione), continuerà a girare ancora per un decennio, tornando al peplum nel 1960 con Cartagine in fiamme. 3,5/10.
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