Espandi menu
cerca
Predators

Regia di Nimród Antal vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Predators

di mc 5
4 stelle

Ecco, questa è la recensione che non avrei mai voluto scrivere. Non avrei mai voluto esprimere pesanti critiche all'indirizzo di un film prodotto e desiderato da uno dei miei cineasti preferiti. Come ho più volte detto, esiste "gente di cinema" cui ciascuno di noi appassionati offre il proprio personale tributo di stima e fiducia. Per quanto mi riguarda, in questa categoria rientra a pieno titolo Robert Rodriguez, cineasta che mi ha regalato talmente tanti momenti di buon cinema da riporre in lui fiducia assoluta. Di Rodriguez ho sempre apprezzato un approccio follemente divertito al cinema di genere. "Planet terror" mi ha esaltato. "Dal tramonto all'alba" lo avrò visto almeno tre volte. E anche quando il regista ha abbandonato momentaneamente l'horror per cimentarsi col cinema per adolescenti (per quanto ciò sia avvenuto quasi nell'indifferenza generale) il risultato è stato strepitosamente divertente ("Il mistero della pietra magica"). Ciò detto, ovvio che una riproposizione del vecchio "Predator" (precisamente un "reboot") con Rodriguez in veste di produttore che vi avrebbe probabilmente profuso molta della sua infantile ed autentica passione per il fantahorror, beh, un progetto del genere non poteva non suscitare presso ogni appassionato notevoli aspettative. E invece, maledetto Robert, stavolta ci hai fregato, producendo un film, sì, interessante e non tutto da buttare, ma comunque un'operina incerta, a tratti lenta e noiosa e di fatto irrilevante. Prima di entrare nel merito della pellicola però, vorrei sottolineare che mi piace considerare "Predators" come un incidente di percorso. In tutti questi anni, di Rodriguez ho imparato ad apprezzare quella particolare attitudine al b-movie, si direbbe da fan, che genera nel cinefilo una intrigante percezione di complicità tra regista e spettatore. Ed è proprio questa sensazione di complicità che mi porta a non spostare di un centimetro la mia stima nei confronti del regista-produttore americano. Perchè il mio rapporto di fiducia verso Rodriguez abbia ad incrinarsi ci vuole ben altro che questo filmetto "di passaggio".
Da lui, anzi, mi aspetto una prossima ondata di godimento cinefilo, con ovvio riferimento a quel "Machete" di cui ci arrivano, centellinate a piccole dosi, gustose anticipazioni in pillole, che vedono tutte in primo piano l'impagabile faccione di Danny Trejo. E' una sensazione di moderata amarezza quella che accompagna la visione di un film che, bando ai giri di parole, delude sotto molti aspetti. E questa percezione è rafforzata se si considera il paradosso che il film si presenta con un clamoroso incipit che promette sfracelli. Davvero, i primi 10 minuti sono talmente tosti da far precipitare lo spettatore-fan in una sorta di delirio da b-movie. Quegli occhi chiusi di Adrien Brody in discesa libera sono inquadrati in un fotogramma memorabile. E non sono da meno le immagini che seguono subito dopo. Brody che apre gli occhi, dolorante per l'impatto della caduta, poi si guarda intorno e vede altri uomini che (letteralmente!) piovono dal cielo ed altri ancora che spuntano minacciosi dalla vegetazione lussureggiante. Quella giungla aliena fitta e intricata che è lo sfondo ideale per una storia che racchiude solo elementi di tensione e minaccia, da spietate cacce all'uomo ad incursioni di creature mostruose. Bello anche il modo in cui facciamo la conoscenza dei (tanti) singoli personaggi, ciascuno introdotto attraverso dettagli espressivi piuttosto indovinati. Peccato poi che detti personaggi, una volta presentati agli spettatori, si affloscino condizionati da un meccanismo narrativo scontato e ben poco stimolante. Quello che segue è un susseguirsi di luoghi comuni da b-movie, un succedersi di frasi e dialoghi talvolta ridicoli, un ripetersi di situazioni prevedibili che tolgono ritmo e suggestione allo spettacolo. Oltretutto, poi, anche se non so spiegare il perchè, a me ha infastidito anche la chiave in cui ci vengono proposti quei "gajardi" (come li definirebbero a Roma)mostraccioni bavosi. Anche se vorrei chiarire che, a dispetto di una sceneggiatura risibile, la prova fornita dagli attori è più che soddisfacente, ma è un argomento che approfondirò fra poco, perchè su questo cast ci sono cose da segnalare, nel bene e nel male. Lo schema narrativo, prevedibile in modo esagerato, è quello della serie: "e alla fine ne rimase soltanto uno". Naturalmente, fra i vari personaggi, che -come detto- vengono eliminati uno dopo l'altro, non mancano le "svolte" di coloro che a un certo punto gettano le maschere rivelandosi per quel che sono realmente, cioè dei malvagi (un classico). C'è poi un finale aperto che mi fa seriamente temere per almeno un sequel. A proposito del quale conto solo sul fatto che Rodriguez (ammesso che sarà ancora della partita) faccia tesoro dei numerosi errori seminati in questo primo reboot. E poi, se mi è consentita un'osservazione personale su un dettaglio davvero minimo: che senso ha, dopo l'ultima inquadratura che chiude in modo "sospeso" la vicenda, coi personaggi che paiono incamminarsi sfiniti verso l'ignoto...che senso ha -dicevo- stoppare l'immagine e far partire a palla un furioso rock'n'roll che non c'entra assolutamente niente? (e che peraltro somiglia in modo imbarazzante al celebre "Whole lotta shakin' goin' on" di Jerry  Lee Lewis). Ma cè un'altra cosa che va segnalata (questa volta importante): su tutto questo film, sui paracadutati disperati come sui mostri incazzosi, regna, domina e sovrasta una DESOLANTE totale assenza di ironìa. E allora parliamone di questo cast alquanto azzeccato, con una sola eccezione clamorosa di cui riferirò. Bravina Alice Braga, volto già piuttosto noto di Hollywood, dotata professionista nonchè protagonista versatile di pellicole molto variegate. Grandioso Topher Grace, uno degli attori giovani più bravi (ma anche più sottoutilizzati) di Hollywood. E poi ci sono i due pezzi da novanta, che forse rappresentano l'unico vero motivo per pagare il biglietto. Danny Trejo, una delle facce più potenti in circolazione. Un attore che va oltre i soliti discorsi sulle qualità recitative, che con Trejo passano in secondo piano. Sì, perchè lui è innanzitutto uno che "ci mette la faccia"...e CHE faccia!!! Non vedo l'ora di vederlo "in action" in quel "Machete" che si annuncia come la madre di tutti i be-movie. E poi, signori, togliamoci il cappello, quando parliamo di Laurence Fishburne, un uomo che secondo me è un monumento all'arte di recitare. Fishburne, che per qualche ignorante è poco più di un caratterista, a mio avviso meriterebbe ben altri riconoscimenti e tributi. Attore finissimo e intelligente, quanto sottovalutato. E per ultimo ho tenuto quello che per me è un autentico caso umano. Un Adrien Brody sconfortante. E senz'altro al suo minimo storico come attore. Anche se...a dire il vero, chi ha avuto la (s)fortuna di vederlo recitare in "Giallo" di Dario Argento, sostiene che ha fatto anche di peggio. Qui del tutto fuori parte, al limite dell'imbarazzante. Un attore che sta scegliendo, uno dopo l'altro, tutti film sbagliati. In fondo è lui (e la scelta produttiva di chi lo ha voluto in questo film) il vero mistero di "Predators".
Voto: 5

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati