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The Human Centipede (First Sequence)

Regia di Tom Six vedi scheda film

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alan smithee

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Human Centipede (First Sequence)

di alan smithee
6 stelle

locandina

The Human Centipede (First Sequence) (2009): locandina

Vi sono horror così cruenti e finalizzati a portare avanti con apparente serietà ed una cupezza assurdamente verosimile il loro torvo messaggio malato, o quantomeno disturbante, che escono scientemente dai binari precostituiti ed ormai ben noti del genere e puntano a creare nello spettatore un sentimento vero e proprio di angoscia che esula dal vecchio caro e bonario balzo dalla poltrona, puntando soprattutto a suscitare un vero e proprio senso di repulsione che risulta in certi casi davvero disturbante anche agli stomaci più avvezzi e collaudati.

Se tutto ciò non succede ad esempio quando si affronta, per citarne uno, il cinema "antropofago" e falso testimone di torbide abitudini di tribù rimaste ancorate ad uso e costumi primitivi, descritte in alcuni lavori di "ragazzacci" come il nostro macabro Ruggiero Deodato, o il suo più giovane discepolo americano Eli Roth, entrambi così sopra le righe da risultare talvolta bonari o comunque quasi sempre innocui, altri film come il terrificante Martyrs, o la trilogia sul "millepiedi" di cui ci occupiamo qui in questa sede, suscitano, al contrario dei primi, inquietudini che vanno ben oltre il saltuario brivido a pelle o l'effimero senso di repulsione.

Detto questo, posto che non mi sentirei per nessuna ragione al mondo di consigliare alcuno dei tre film della serie sul centipede a persone anche interessate più della media ad esplorare nuovi generi e particolari stili di narrazione, mi trovo anche nell'imbarazzo di non poter tanto semplicemente catalogare frettolosamente la trilogia come una mera opera folle di un pazzo depravato completamente in balia dei propri deliri gratuiti e fuori controllo.

Dieter Laser, Ashlynn Yennie, Akihiro Kitamura, Ashley C. Williams

The Human Centipede (First Sequence) (2009): Dieter Laser, Ashlynn Yennie, Akihiro Kitamura, Ashley C. Williams

Dieter Laser, Ashlynn Yennie, Ashley C. Williams, Akihiro Kitamura

The Human Centipede (First Sequence) (2009): Dieter Laser, Ashlynn Yennie, Ashley C. Williams, Akihiro Kitamura

 

Non che Tom Six, regista e produttore dei tre film non lo sia, un folle o forse anche un disturbato.

Chi può negarlo....

Ma è anche, sicuramente altro, e la sua trilogia, per quanto fuori di testa, contiene in sé riferimenti cinefili, citazioni e persino autocitazioni che sfiorano la genialata. Ma veniamo ai singoli film in questione: In "The human centipede - first sequence", due avventate e disinibite attricette sexy americane, in vacanza in Germania, finiscono sperdute in un bosco con la macchina in panne.

Sole, colte da un acquazzone, trovano, malauguratamente per loro, ma non per il padrone di casa che viscidamente le accoglie, un rifugio presso una villetta sperduta tra la vegetazione.

Peccato che il padrone sia un folle chirurgo, un tempo noto specialista in casi di gemellaggi siamesi, ora allontanato dalla professione e tutto preso a realizzare la sua macabra operazione di creazione di un nuovo tipo di essere vivente: una sorta di millepiedi umano, dopo che l'esperimento sui suoi cani ha avuto, almeno in via teorica, esiti positivi. Le due amiche risultano perfette per l'uomo, che le narcotizza ed immobilizza, per unirle in coda ad un terzo individuo di origine orientale, destinato a fare l'elemento iniziale di quella folle, innaturale nuova concezione di vita simbiotica.

Dieter Laser

The Human Centipede (First Sequence) (2009): Dieter Laser

Akihiro Kitamura

The Human Centipede (First Sequence) (2009): Akihiro Kitamura

 

Uniti chirurgicamente con estrema cura attraverso un legame anno-bocca-ano-bocca, ecco che il primo centipede umano inizia dolorosamente e sadicamente a prender vita. Fino all'arrivo della polizia e ad un finale con massacro che ci lascia col fiato sospeso e senza una vera soluzione finale.

Un film che non lascia scampo, e non solo alle nostre due disgraziate ed incaute protagoniste, ma forse ancor più allo spettatore, torturato solo psicologicamente, ma con non meno vigore in un film destinato a trasformarsi in una trilogia per soli palati forti e stomaci robusti; una trilogia che non farò che sconsigliare a chiunque o quasi: un trittico disturbante portato avanti da un matto che tuttavia conosce il cinema, sa citarlo, sa citarsi e raggiungere momenti notevoli, anche rappresentando l'irrappresentabile.

 

 

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