Regia di Martin Ritt vedi scheda film
La storia vera dell'insegnante Pat Conroy è narrata con appassionante umanità da un maestro del cinema popolare americano come Martin Ritt in questo film purtroppo dimenticato dai nostri palinsesti che meriterebbe invece di essere trasmesso e ritrasmesso per la sua ricchezza di contenuti e le numerosissime finezze, prima fra tutte la tenera e poderosa performance di John Voight nei panni del protagonista, una delle più grandi in assoluto di questo interprete da me molto amato che ha contribuito con la sua classe immensa a farmi appassionare di cinema fin da piccolo con "Midnight Cowboy", "Deliverance", “Coming home” e appunto "Conrack".
Questo film mi colpì moltissimo quando lo vidi tanti anni fa e mi ha ancor più entusiasmato nella recente visione in lingua originale, fondamentale per cogliere certe sfumature dello strano slang parlato dai ragazzi di colore che vivono nella piccola isola fluviale di Daufuskie nel South Carolina, un luogo accessibile solo in barca e quindi fermo a delle usanze ed un grado di civilizzazione da primi del novecento mentre l'anno corrente marca 1974, in questo quadro storico ambientale si inserisce la mosca bianca Pat Conroy con la sua incontrollabile vitalità, voglia di insegnare e far capire a quei ragazzi dimenticati dal mondo che anche loro hanno un cervello e il diritto di avere una istruzione che li arricchisca e li prepari ad affrontare la vita al pari di tutti gli altri figli dell’America razzista in piena bagarre per la guerra del Vietnam.
Le relazioni instaurate con i vari personaggi dal protagonista oscillano dal tenero al conflittuale proprio perché il suo modo di interfacciarsi agli altri è molto diretto e sincero, con i suoi alunni è inflessibilmente disponibile, riesce a coinvolgerli e incuriosirli su argomenti basilari come la letteratura, la musica, la storia, la geografia rilevando fin da subito il loro elevato grado di ignoranza: quando chiede loro di ripetere il suo cognome molti lo storpiano in Conrack e come tale verrà chiamato.
Conrack non si perde d’animo e riesce fin da subito ad attirare l’attenzione e il rispetto dei ragazzi, in special modo nello scontro con la direttrice miss Scott che vorrebbe da parte sua il pugno di ferro e davanti ad una seggiola umida di pipì pretende che venga fuori il nome del responsabile, alla richiesta “Who has a weak bladder?” - “Chi è debole di vescica?” è proprio Conrack a risponderle dimostrando grande sensibilità e sense of humor.
Le lezioni del simpatico Conrack portano i ragazzi a conoscere la natura che li circonda e Ritt è stato bravissimo a rendere l’isola dove si svolge il racconto così luminosa e ospitale, cammin facendo il protagonista viene notato da tutti per il suo status di pesce fuor d’acqua per propria scelta, si intrecciano così diverse sottotrame: molto bello il rapporto difficile con Mary, la ragazza delle pulizie che vorrebbe coinvolgere nelle sue lezioni senza riuscirci perché Mary è dibattuta fra la paura dell’inutilità dell’istruzione e le false illusioni che Conrack sta instaurando nei suoi alunni, interessante anche l’amicizia con il personaggio eremita che produce whisky interpretato da Paul Winfield, determinante per comprendere gli intenti del film è lo scontro con Hume Cronin in un ruolo molto negativo e detestabile, Mr Skeffinton è il soprintendente della pubblica istruzione che deve visionare l’operato di Conroy, fra i due è guerra aperta perché ovviamente non condivide i suoi metodi di insegnamento a dir poco innovativi che sembrano rispecchiare i movimenti rivoluzionari che animano l’America in quegli anni.
La storia coinvolge e appassiona, impaginata benissimo da Ritt grazie anche alla prova da applausi dell’intero cast, tante le scene memorabili che rimangono impresse: Conrack che comanda ai ragazzi di star a piedi nudi in classe perché Mary è scalza e si sente in imbarazzo, il campo lungo sulla spiaggia con Conrack che guida i suoi piccoli marines in marcia a ritmo di domande di ogni genere con la risposta esatta in coro di tutti i ragazzi a coronamento del suo intelligente e sensibile metodo di insegnamento, Conrack alla ricerca di ospitalità per i ragazzi nella città al di la del fiume che non hanno mai attraversato trova disponibilità fin quando non rivela che sono tutti di colore e si becca parecchie porte in faccia e la conseguente notte di Halloween che i ragazzi non hanno mai celebrato perché ignari di cosa fosse, il commiato finale con la quinta di Beethoven che lascia la morte nel cuore di Conrack e dei suoi alunni soli e abbandonati.
Mano leggerissima e grande direzione degli attori dai quali ha ottenuto il massimo che poteva chiedere, per certe scelte stilistiche e cromatiche credo abbia in parte influenzato "12 anni schiavo" anche se il soggetto non ha niente a che vedere con quel film.
In grandissima forma ha reso il personaggio di Pat Conroy memorabile con la giusta dose di ironia e serietà a seconda delle circostanze.
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