Regia di Hajime Kadoi vedi scheda film
Vacation è un film Giapponese sul tema della pena di morte e di come i vari protagonisti vivono questo momento. Kaneda Shinichi è un ragazzo rinchiuso nel braccio della morte per aver commesso un crimine che possiamo solo immaginare, in attesa dell'esecuzione passa le giornate in una cella grigia e asettica come grigi e asettici sono i suoi pensieri e i suoi disegni. Hirai Toru è una guardia carceraria che trascina la sua vita in solitudine con la rassegnazione di chi sa benissimo che non bisogna avere emozioni per poter sopravvivere ad un lavoro così duro, un lavoro in cui non si possono provare o esternare sentimenti di amicizia o anche solo di simpatia per i detenuti, un lavoro che imporrebbe di non portare fuori dalle mura l'angoscia e l'impotenza, ma non è possibile. La sentenza di esecuzione per Kaneda arriva nel momento in cui la sorella di Hirai organizza per lui il matrimonio con una donna, Mika vedova e con un figlio in tenera età. Non si scelgono, altri scelgono per loro, accettano le regole, lei per dare sicurezza al figlio, lui per cercare forse un pò di calore in una vita monotona e deprimente. La mancanza di ferie usate tutte in precedenza fa si che si offra volontario per fare da "stampella" a Kaneda, ovvero lo accompagnerà negli ultimi momenti della sua vita, lo sosterrà fisicamente nel momento dell'impiccagione e lo ricomporrà dopo la morte. Per questo come da regolamento avrà una settimana di ferie per stare con quella che sarà la sua famiglia. I preparativi per il matrimonio vanno di pari passo a quelli per l'esecuzione. Diversi i momenti di riflessione, a Kenada viene concessa l'ora d'aria ma anche fuori non c'è un minimo di libertà si ritrova in uno spazio simile alla sua cella in cui l'unica differenza è che invece del soffitto lo ricopre una rete metallica da cui può solo vedere un piccolo quadrato di cielo e a questo punto non gli rimane che buttare la corda che gli è stata data per fare esercizio fisico e saltare mimando di usarla. Agghiacciante la scena dell'esecuzione in cui Hirai "abbraccia" Kaneda: è forse l'unico momento in cui riesce a lasciarsi andare a un sentimento e glielo si legge in faccia. Fuori dalle mura la vita deve continuare la sua ora è con Mika e il suo bambino, impareranno ad amarsi con il tempo. Non era facile gestire un film di questo tipo, il regista Kadoi Hajime ha saputo farlo nel migliore dei modi non cadendo nella retorica nè calcando la mano su chi la pena la subisce e neanche su chi la mette in pratica, ha descritto i due mondi e le conseguenze che ha su entrambi in una atmosfera in cui predomina il grigio e gli unici colori che si vedono sono quelli dei disegni del bimbo non ancora contaminato dalle brutture del mondo.
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