Regia di Jay Roach vedi scheda film
Remake statunitense del francese La cena dei cretini di Francis Veber, A cena con un cretino dell’autore delle saghe comiche Austin Powers e Ti presento i miei, non è un banale rifacimento. Rispetto alla versione del 1998, varianti e aggiunte eliminano la teatralità dell’originale. Purtroppo però rimane per strada anche la cattiveria: il protagonista non è più un cinico impenitente che partecipa a cene in cui si dileggiano gli idioti invitati, bensì un giovane desideroso di farsi strada sul posto di lavoro e coinvolto suo malgrado in uno di questi eventi. Allo stesso modo il “cretino” è più di bell’aspetto, un po’ meno scemo, e come hobby non ha il trionfo kitsch dei modellini costruiti con fiammiferi di Pignon, ma una più poetica serie di scenette realizzate con topini imbalsamati, fin dai titoli di testa introdotta come un’attività delicata, specchio di un’anima semplice e bella. Molto ridotta la satira sull’evasione fiscale, si aggiungono comprimari e si mostra la cena vera e propria, del tutto assente nel modello. La carne al fuoco diventa forse troppa: la concentrazione del testo si smarrisce a tratti fra le parentesi e il finale lascia uno sgradevole retrogusto dolciastro. Sempre spassoso, comunque, Zach Galifianakis.
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