Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Pellicola senza troppe pretese questa di Lina Wertmuller che si segue abbastanza bene ma che non suscita emozioni e tanto meno ha la voglia di farlo.
In una Napoli ormai stanca dove primeggia solo il sole cocente, i venditori ambulanti sono sotto il costante tiro della malavita e non possono mettersi da parte che il minimo indispendabile per sopravvivere.
Tre ragazzi si vogliono impegnare con una banca di microcredito sull'esempio di Yunus diventando i nuovi "banchieri dei poveri": dalla loro parte hanno tanta buona volontà ma pochi mezzi.
La storia è di quelle che si dimenticano in fretta, tuttavia il canovaccio è interessante e, se non fosse per i pessimi interpreti (da salvare solo tre attori), avrebbe potuto avere anche un risvolto accattivante.
I personaggi sono tutti tratteggiati alla maniera macchiettistica tipica di chi, come la Wertmuller, conosce una Napoli degli anni Cinquanta che, e sarebbe bene che qualcuno glielo faccia notare, è un pochino cambiata.
Il film va ad elettrocardiogramma: o vola in alto con belle trovate, o precipita nell'abisso più assoluto, avrebbe bisogno di essere controbilanciato, ad esempio rivedendo gli interpreti e dando nuova linfa vitale (svecchiandola ma non rendendola eccessivamente giovanilistica) la sceneggiatura.
Regia stanca e demotivata.
Non ha dizione e, complice una parrucca ridicola, è il personaggio più disturbante del film.
Sempre uguale e sempre insulso.
Pochi interpreti si salvano e, come al solito, la sua ironia è assolutamente azzeccatissima.
Come la Piera degli Esposti, Herlitzka è un attore eccezionale sia che faccia parti piuttosto risibili (come questa) sia che abbia più spazio. Ottimo.
Bravo ma è sempre relegato a fare la parte del delinquentello oppure del fesso: una via di mezzo no?
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