La messa in scena di Shirin, poema persiano del dodicesimo secolo, raccontata non attraverso la rappresentazione, che resta per tutta la durata dell'opera fuori campo, ma attraverso ciò che si dipinge sui volti degli spettatori: centoquaranta attrici di teatro iraniane (e una star francese: la Binoche).
Dare un voto a questo film è operazione pressoché inutile e fuorviante. Shirin, di Abbas Kiarostami, è, infatti, un’opera che, per la sua valenza fortemente teorica, si potrebbe accostare all’ultimo cinema di Jean-Luc Godard: opere per cui non può valere una classica “griglia” di giudizio. Il maestro del cinema iraniano, da sempre, non si limita a fare cinema, ma (anche) teoria del… leggi tutto
Dare un voto a questo film è operazione pressoché inutile e fuorviante. Shirin, di Abbas Kiarostami, è, infatti, un’opera che, per la sua valenza fortemente teorica, si potrebbe accostare all’ultimo cinema di Jean-Luc Godard: opere per cui non può valere una classica “griglia” di giudizio. Il maestro del cinema iraniano, da sempre, non si limita a fare cinema, ma (anche) teoria del…
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