Regia di Christopher Smith vedi scheda film
Loop narrativi concentrici, labirinti mentali e corridoi (ri)percorsi in sequenze ad incastro, planimetrie kubrickiane in un Overlook Hotel galleggiante, accumuli di ripetizioni e azioni mentre una donna insegue il suo doppio nell’immutabile meccanismo di un paradosso filmico, corse e fughe ed eterni ritorni, moltiplicazione dei punti di vista, i bianchi riverberi di luce che i sogni raccolgono per anticipare gli eventi, le interpretazioni che la mente piega sui limiti della ragione riavvolgendosi su sé stessa, nastri visivi che scorrono in dimensioni circolari, le ellissi che si aprono e si chiudono nell’attesa che qualcuno le attraversi solo per ritornare da dove era partito, cinema cerebrale rielaborato in psicosi assassine, i fantasmi di colpe materne impossibili da esorcizzare, le scene che curvano le linee del tempo in circonferenze di identici avvenimenti, personaggi spettatori della propria fine, intrappolati per sempre in spirali di loop narrativi concentrici.
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