Regia di Christopher Smith vedi scheda film
E' indubbiamente un horror coinvolgente e interessante, sia per l'ambientazione che perché si tenta continuamente di capirne il senso o si aspetta di vedere dove andrà a parare. E infatti, secondo me ha un difetto non raro nell'horror moderno, cioè quello di essere cervellotico, ermetico, troppo complicato. Quasi nessuno oggi si accontenta di girare horror magari impegnativi, ma chiari e lineari, il che denota secondo me un eccesso di ambizione. Qui la vicenda si segue, ma si devono fare continue controsioni mentali per capire quello che sta succedendo.
E la spiegazione o il senso? O non c'è volutamente, oppure bisogna distillarli da una garbuglio di idee e di ipotesi. Se un senso c'è, azzarderei che il regista vuole rappresentare l'impossibilità di liberarsi da un senso di colpa, o di uscire da situazioni sbagliate e dolorose, o ancora di dirigere veramente la propria vita. Gli eventi sembrano incastrare e intrappolare l'individio contro la propria volontà, e a condannarlo a ripetere errori o a compiere crimini molto probabilmente inutili. Ad altro non riesco a pensare.
Per il resto, il film offre un'ambientazione ben fatta quanto ai sinistri interni del vascello fantasma. Inoltre dipinge a margine, con pochi ma efficaci tratti, un rapporto madre e figlio non raro da vedersi oggi: il padre non c'è e viene denigrato dalla ex-moglie o ragazza provvisoria; lei è fragile, nevrotica, incapace di gestire il bambino e piena di sensi di colpa, il bambino ha problemi e forse disturbi psicologici.
Il sangue scorre, come ormai è d'obbligo in un horror, ma rimane sotto il livello di guardia.
In generale, è sicuramente da vedere, anche se ha qualche difetto.
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