Regia di Oreste Crisostomi vedi scheda film
Stasera c'è stata l'anteprima assoluta di questa opera prima al Flaiano Film Festival alla presenza di alcuni attori del cast(Camilla Ferranti,Massimiliano Varrese e Fioretta Mari) e del regista,Oreste Crisostomi,ternano(come la sua protagonista), classe 1982,diplomato al DAMS di Terni, che oltre a dirigerlo ha scritto anche soggetto e sceneggiatura.Il film racconta il mondo di Alice,figlia della media borghesia in quel di Terni.Alice vive in uno stato di precariato costante:precaria al lavoro dopo più di un anno che è nella stessa ditta,precaria a livello sentimentale perchè ama non riamata ed è l'oggetto del desiderio di colui che lei non vede neanche,i rapporti con la madre sono tesi ,ha un amico gay con cui va in giro abbracciata quasi a surrogare quell'unione sentimentale che non c'è.Alice ha un mondo tutto suo(interessante notare a questo riguardo che il titolo inizialmente previsto fosse Sola me ne vò per la città) ,fatto di poco,di luci hopperiane di giorno e di delusioni cocenti allorchè dovrebbe esercitare la propria vita sociale che si rivela una piccola apocalisse privata.Ma forse qualcosa è destinato a cambiare.Che dire di questa opera prima?Crisostomi ha idee e le tira fuori senza timidezza,gira una versione spuria e pensosa del favoloso mondo di Amelie alternando la tristezza del sentirsi sola in un mondo che non la comprende al sorriso dello squarcio di ottimismo che si apre nel futuro.E'un'opera fresca,simpatica,fotografata come detto con luci hopperiane da Antonello Emidi in cui si alternano idee valide a piccole ingenuità.Non parte benissimo perchè nella parte iniziale viene dedicato molto spazio al personaggio forse meno riuscito di tutto il film che è quello di Bianca,la fioraia,interpretato da Catherine Spaak,perfetto forse per un film come Pane e tulipani ,un incrocio tra la fata turchina e il grillo parlante che parla per aforismi insegnando ad Alice brani di filosofia molto spicciola,risultando totalmente inadatto al tono scanzonato del racconto.Poi invece viene inquadrato con precisione il mondo di Alice con un padre casalingo compulsivo pronto a sfruttare tutti i 3 X 2 del supermercato(altra figurina monodimensionale simpatica all'inizio ma che poi mostra la corda),una madre con cui non ha un buon rapporto(anche questo probabilmente non approfondito abbastanza),una sorella che si deve sposare,un lavoro snervante e di poca soddisfazione perchè è praticamente trasparente per l'uomo di cui è invaghita(e come lei molte altre dell'ufficio),il suo amico gay per cui lei rappresenta tutto quello che lui sogna di essere.Infine Carlo,il ragazzo che spasima per lei,un nerd a tutto tondo con la capacità di dire sempre le cose sbagliate al momento sbagliato.La parte centrale è la più comica del film ,forse anche la meno originale ma comunque fresca e accattivante.Nel finale qualcosa che sorprende:c'è una lunga sequenza onirica che sembra un ideale punto di incontro tra Fellini,Kubrick e Burton,tutta virata in bianco veramente molto bella e un finale con un guizzo metacinematografico in cui con un movimento di macchina all'indietro si vede lo "scheletro" del film,la troupe,tutto quello che si agita dietro le quinte.Sinceramente sono rimasto sorpreso da questa parte finale,veramente pregevole di fattura.Alice è un film da vedere e incoraggiare.La rinascita del cinema italiano deve passare attraverso questi film realizzati con cura(anche grazie al Ministero dei Beni Culturali) che possono piacere ai critici ma soprattutto al pubblico.Un'opera prima a prima vista esile ma che nasconde finezze inaspettate oltre a scontare alcuni peccati di ingenuità come alcuni personaggi poco centrati(la suddetta Spaak,il padre di Alice casalingo compulsivo,il cameo dell'imitatrice Emanuela Aureli che parla come il compianto Raimondo Vianello,o la lunga scena dell'abito da sposa francamente ininfluente ai fini del racconto oppure l'addio al nubilato con sorpesa) o alcuni dialoghi non proprio riusciti soprattutto all'inizio.E'un film in sospeso come sono in divenire molti suoi personaggi e che lasciamo al loro destino fuori campo.La locandina è tutta un pullulare di fiori coloratissimi che sembrano riportare la memoria agli hippies ma in realtà il film racconta una vicenda solidamente ancorata ai tempi odierni.Un 'altra notazione è il sonoro:spero che sia stata colpa dell'acustica del cinema ma il sonoro era veramente di cattiva qualità,le voci degli attori soprattutto nelle parti più concitate arrivavano a un numero di decibel oltre il livello di guardia...
per essere un'opera prima ha le idee chiare così come sono chiari i modelli a cui riferirsi
personaggio poco incisivo
direi piuttosto brava
assicura comicità nel finale
molto brava in un personaggio a cui non viene dato molto spazio
poco più di un cameo
simpatico,il suo personaggio di gay è piuttosto incline alla caricatura
non male
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