Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Un Bunuel 'alimentare', dettato da strette esigenze di contratto, che si ritrova costretto dalla produzione a girare una specie di instant-remake del film Pierre et Jean (1943) del francese André Cayatte; sono trascorsi appena 9 anni ed il regista spagnolo è chiamato a rigirare - quanto più fedelmente possibile, addirittura secondo il Morandini 'inquadratura per inquadratura' - il precedente lavoro. Non che l'ordine sia stato poi eseguito alla lettera, ma nonostante la (minima) impronta personale, Bunuel non ritenne affatto riuscito questo Mujer sin amor. E non gli si può certo dare torto. Perchè, tratta da Maupassant, la storia è sufficientemente adatta alle corde del regista, sì, ma non si distacca granchè dal classico intreccio melodrammatico in stile 'anche nelle migliori famiglie'. Ovvero: un matrimonio infelice, un figlio illegittimo, due fratelli-rivali da padri diversi, un'eredità cospicua ed improvvisa, una donna gelosamente contesa, i sogni e le speranze miseramente falliti e quelli che nascono dal nulla, travolgendo gli eventi: una serie di clichè a non finire, sui quali Bunuel si divertirà poi, negli anni seguenti, a giocare con perizia chirurgica e con i quali si permetterà di criticare in maniera elegante (e spesso criptica) la società sua contemporanea; ma che per ora è costretto da cause di forza maggiore ad assecondare in questa trama ben poco originale e dal finale rassicurante in cui tutti i protagonisti si vogliono bene e lo spettatore può andare a letto sereno. Qui al massimo si possono ritrovare tematiche - sviluppate d'altronde poco e male - care al regista come la sottomissione della donna nell'ambiente famigliare, il turbinoso rapporto fra promesse e fedeltà, in parallelo a quello fra sogni e realtà, la famiglia vista come istituzione repressiva (esemplare la figura del padre padrone), l'avidità che schiaccia la volontà (e cambia la personalità) umana. Siamo ancora lontani dal miglior Bunuel? Assolutamente no: proprio in quei mesi usciva infatti Lui (El). Tutt'altro discorso. 5/10.
Rosario è sposata senza amore ad un uomo più vecchio di lei, ma ricco; il piccolo Carlitos, loro figlio, fugge ed uno sconosciuto lo riporta a casa. Rosario intreccia una relazione adulterina con lo sconosciuto, ma quando lui decide di emigrare in Brasile lei tronca il rapporto. Una ventina d'anni più tardi Carlitos ed il fratello minore Miguel sono laureati dottori e dal Brasile arriva un'eredità inaspettata: ma la somma vertiginosa è destinata al solo Miguel.
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