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Libidine

Regia di Raniero di Giovanbattista vedi scheda film

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La recensione su Libidine

di undying
1 stelle

Maldestro tentativo di sfruttare il virginale aspetto della Carolis, rimasta legata al debutto con Anna dei miracoli (1970) e voce celebre per il doppiaggio di molti cartoni animati...

 

Lo scienziato Vaser (Luigi Casellato), mosso da buone intenzioni  (nientemeno che debellare la fame nel Mondo), conduce segretamente esperimenti sui serpenti. Vive con la più giovane moglie di seconde nozze (Marina Hedman) interessata più all'eredità che agli affetti, una governante e cuoca (Ajita Wilson) che solletica (altri) appetiti maschili e femminili, un assistente ed un factotum. A rompere l'ordinaria monotonia nella casa arriva la figlia Anna (Cinzia De Carolis) ragazza inquieta e dalle strane pulsioni che si manifestano con chiarezza quando, vittima di un'aggressione da parte del factotum, scopre di essere in sintonia con un enorme pitone che sembra corrispondere il sentimento...

 

Karl Malden, Cinzia De Carolis

Il gatto a nove code (1971): Karl Malden, Cinzia De Carolis

 

Esordio alla regia per Raniero Di Giovanbattista  (accreditato nei titoli di testa con lo pseudonimo di Jonas Rainer) e unico film sul confine con il porno, genere nel quale poi approda per realizzare una manciata di titoli senza peraltro lasciare  (nemmeno lì) un segno significativo o distintivo del suo operato. In pregresso, ovvero prima di questo mediocre Libidine aveva avuto un trascorso interessante come soggettista o sceneggiatore dando in parte il suo contributo a film come Flavia, la monaca musulmana o Mark il poliziotto. Ha ottenuto il discutibile primato per avere diretto nel 1981 Moana Pozzi nel suo primo film hardcore  (Valentina, ragazza in calore).

 

 

E di Libine che si può dire? Che si tratta di una inguardabile pellicola, mal interpretata, girata e montata. Con totale assenza di sintesi narrativa e di ritmo. Non attrae nemmeno quando fa ampio sfoggio di nudi garantiti dalle -imminenti- icone pornostars Marina Hedman e Ajita Wilson (trans operato e all'epoca celebre per La principessa nuda di Canevari, deceduta purtroppo giovanissima).

 

 

Persino la colonna sonora, pur se a firma del bravo Stelvio Cipriani, è sotto il limite di guardia.

Si ricorda solo la sequenza con Mary (la Wilson) intenta ad armeggiare in cucina con le natiche in aria e, immediatamente, presa di mira dal factotum che, cogliendo "la palla al balzo", se la lavora davanti e dietro noncurante delle (finte) rimostranze...

Per il resto regna la calma più piatta e quando subentra il pitone si va di male in peggio: mezz'ora abbondante di fastidiose e noiose scene con la Carolis che altro non fa che rotolare nel letto avvinghiata al serpente (nuda ma erotica come un pezzo di ghiaccio, fors'anche a causa del pitone).

Cinema ed erotismo, però, sono ben altra cosa.

 

 

Evidente il tenore puramente commerciale dell'operazione, nata con l'intenzione di sfruttare il virginale aspetto di Cinzia De Carolis resa celebre fin dall'esordio cinematografico (1970) avvenuto in Anna dei miracoli e catapultata nell'incubo prima da Dario Argento (Il gatto a nove code, 1971) poi da Ferroni (La notte dei diavoli, 1972). Una comparsata nel discutibile Vergine, e di nome Maria (1975) poi, senza veli, nelle pagine di Playboy indica che la Carolis sta cambiando percorso ma con Libidine scivola, e decisamente sbanda, sul piano artistico per finire (eccezion fatta con Apocalypse tomorrow di Margheriti) in pellicole di poco interesse.

Dopo una parentesi come cantante, la Carolis attivissima, invece, rimane come doppiatrice (tra gli altri i cartoni animati Lady Oscar e Bia mentre presta anche la voce a Courteney Cox nella saga di Scream).

 

 

Soundtrack  (Stelvio Cipriani)

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