Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Rivette non fa un cinema ruffiano o che va incontro allo spettacolo, la sua coerenza, nello scegliere argomenti e saperli trattare in maniera leggera ed intellettualmente coinvolgente. Le sue donne, qui sono tre, hanno il sopravvento e crescono in maniera mirabile, coinvolgendo anche il genere musical e ricordando da vicino Demy. E' un Dio della Novelle Vague, ma certamente la critica non lo ha mai elevato a personaggio importante, come Truffaut, anche perché il regista non è dedito , in particolar modo, alla comunicazione e quindi ha sempre prevalso un atteggiamento della critica abbastanza scostato e, per me, intimorito che lo ha sempre messo in disparte e rendendolo poco appetibile, porgendolo al pubblico. Eppure questo film è un po' un emblema del suo cinema, che vive di leggerezza; le storie femminili, si raggiungono solo con un sottile filo rosso e sono un po' un simbolo della donna che cresce e che dopo difficoltà si inserisce nel discorso sociale e della storia. Ho avuto la fortuna di vederlo in versione integrale ed in più una delle poche volte che i sottotitoli si assorbono in via naturale.
Anna Karina in una leggera partecipazione e che partecipa anche al commento musicale; la musica è determinante per la storia assieme alla danza
Una storia di tre donne, con cui il regista descrive una società
Un regista che non indugia su discorsi altrui, ma avanti, e molto bene, con un discorso tutto suo
Louise, bella e sensibile
La bionda determinata
La fragile trovatella
Rolanda, laggancio per al storia
Il fragile Lucien
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