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Nicolae Ceausescu - Un'autobiografia

Regia di Andrei Ujica vedi scheda film

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La recensione su Nicolae Ceausescu - Un'autobiografia

di maurizio73
8 stelle

Montaggio 'acritico' della lunga narrazione del regime comunista di Ceaucescu è un saggio storico audio-visivo, dove la Storia parla direttamente al posto dei suoi possibili commentatori e dove lo spettatore diventa un testimone sgomento della follia e della resilienza di un potere autocratico che si perpetuava indisturbato sotto la superfice.

Montaggio 'acritico' della lunga narrazione del regime comunista di Nicolae ed Elena Ceaucescu, il film di Andrei Ujica è in realtà un saggio storico audio-visivo che utilizzando i filmati d'archivio ufficiali commissionati dallo stesso leader rumeno, ne testimoniano e documentano una longevità politica che lo porta dall'ascesa al potere dopo la morte di Gheorghiu-Dej nel 1965 alla sua capitolazione dopo la strage di Timisioara del 17 Dicembre 1989 e la sua esecuzione nel successivo giorno di Natale. Emergono da un lato l'apparente riformismo ed i buoni rapporti con le democrazie occidentali e dall'altro un culto della personalità che nascondeva le atrocità di un regime oppressivo e crudele che fa risuonare con amara ironia gli interventi pubblici in campo internazionale dove propugnava l'uguaglianza sociale e la lotta alla povertà. Senza nessun tipo di commento sonoro e con l'utilizzo di un audio originale a volte del tutto assente, è un film affascinante dove la Storia parla direttamente al posto dei suoi possibili commentatori e dove lo spettatore diventa un testimone sgomento della follia e della resilienza di un potere autocratico che si perpetuava indisturbato sotto la superfice edulcorata delle sue immagini di repertorio.

 

locandina

Nicolae Ceausescu - Un'autobiografia (2010): locandina

 

Dalla liturgia delle folle festanti agli interventi pubblici negli autoreferenziali consessi di partito, dai momenti privati di un ristretto entourage familistico alla calorosa accoglienza delle interessate nazioni imperialiaste, dalle pianificazioni quinquennali di un'economia agricola legata esclusivamente ell'export alle celebrazioni urbi et orbi di un rinnovato mito dell'internazionale comunista, l'agiografia del padre-padrone della moderna nazione rumena risplende sinistramente nelle immagini di un uomo piccolo piccolo che emerge dall'ombra delle macerie post-staliniste per imporre la sua oscura volontà di dominio fatta di una non comune abilità di manipolare il consenso interno e giocare invece su quello esterno la facile carta della moderazione e della collaborazione nel difficle momento di una contrapposizione tra i blocchi ancora lungi dalle distensioni e dai riformismi della fine della seconda metà degli anni '80. Emerge così, per un osservatore attento che utilizzi il senno di poi con la malizia che sempre la Storia concede ai sopravvissuti, il rapporto perverso che contrappone la sterminata moltitudine di popoli succubi alla ridicola inettitudine dei suoi dittatori; dalla sterile demagogia di principi universali di uguaglianza ed equità alle solitarie crociere di famiglia nei caldi mari caraibici, dall'insipienza del presidente contadino e operaio che gioca con la terra e con i plastici di un futuribile mito urbanistico alle gite in elicottero su di una Bucarest squassata dal terremoto del '77, dai salmi inneggianti di oceanici assembramenti popolari cino-coreani alle stentate e surreali acclamazioni in patria di un popolo di figuranti tenuti sotto scacco dal ricatto del classico (e letterale) pezzo di pane: tutto filmato e documentato da una perversa volontà di autocelebrazione di un regime su cui il tempo ha calato il suo tragico sipario di morte e di vendetta e che ci appare, ora più di allora, come l'assurda e ridicola pantomima con cui da sempre si giustifica la prevaricazione dei pochi sul diritto e la felicità dei molti ("Ognuno aveva un amico in ogni pezzetto di nuvola; così è infatti con gli amici dove il mondo è pieno di terrore" - Il paese delle prugne verdi - 2008 - Herta Müller).
Terzo di una trilogia di documentari di Ujica sulla fine del comunismo, è preceduto dal bellissimo e concitato resoconto della neo-liberata TV di Stato rumena sui drammatici fatti di Bucarest e sulla caduta del regime di Ceaucescu (Videograms of a Revolution - 1992) e sui 10 mesi nella MIR del cosmonauta russo Sergei Krikalyov durante il crollo dell'Impero Sovietico (Out of the Present - 1995). Presentato Fuori Concorso al 63° Festival di Cannes del 2010.

 

"...però la Storia non si ferma davvero
davanti a un portone
la Storia entra dentro le nostre stanze
e le brucia
la Storia dà torto o dà ragione." (Francesco de Gregori)

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