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Poetry

Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film

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La recensione su Poetry

di Furetto60
8 stelle

Film intenso e commovente.Prova stratosferica della grandissima Yu Junghee

Mija è una gentile e affettuosa signora  di 66 anni che abita con Wook il nipote, un ragazzino  irritante apatico e anafattivo, abbandonato dalla madre divorziata e affidato alla sua custodia, trascorre la maggior parte del suo tempo a oziare davanti al p.c. con una musica assordante in sottofondo.Il giovane frequenta il liceo in una piccola città di provincia, attraversata dal fiume Han, nella Corea del Sud. Mija è una persona mite ed eccentrica,che fa  da badante ad un anziano ricco e handicappato.Durante un casuale controllo medico,esterna al medico la difficoltà crescente, di trovare la parola giusta, e di essere vittima di ripetuti vuoti di memorie,in pratica le viene diagnosticato un inizio di Alzheimer.

Quando esce dall’ospedale, nell’indifferenza della gente assiste alla disperazione di una madre che ha perso la figlia Agnes, che si è buttata nel fiume a 15 anni.Mija è una donna sensibile, che vorrebbe imparare a comporre versi per dare una forma alle immagini che popolano la sua mente,si iscrive allora ad un club di poesia, per dare un senso alla sua vita, e anche per esorcizzare la paura del  male che l’ha colpita.

Un giorno contattata da alcuni dei genitori dei compagni di scuola del nipote,viene a sapere che Wook fa parte del branco che ha perpetrato lo stupro collettivo, ai danni della studentessa Agnes,che a seguito di quella dolorosa vicenda,si era suicidata.

Il motivo dell'incontro è solo pratico,sistemare le cose in modo da non avere grane con la polizia e la scuola, offrire una somma di denaro alla madre della vittima, come forma di indennizzo e soprattutto per comprare il suo silenzio.

La sinossi deve interrompersi qua, per non negare agli eventuali spettatori, il piacere di assistere ad una straordinaria, quanto straziante storia intensa e vibrante,di grandissima commozione, che non può lasciare indifferenti.

 Lee Chang-dong indugia ancora sulla provincia coreana, per indagare sulle ragioni del male, nutrite da una società arida e indolente, nel suo vuoto di valori e asservita al denaro come unico scopo della propria esistenza.

 La poesia, è per Mija lo strumento per riprendersi la bellezza della vita, in un mondo che  sembra offrirle solo orrori.La telecamera di Lee la  segue e si adegua al suo ritmo blando  e al suo percorso lento, e sballottolato sotto i colpi di una memoria traditrice.

Sostenuto da una recitazione sublime,di totale compenetrazione,di Yu Junghee, tornata sul set  appositamente per lui, Lee Chang-dong aggiunge un altro tassello al mosaico, della sua inquietante indagine, sulle brutture dell'animo umano.

Leggo oltre ai dovuti apprezzamenti, anche qualche critica negativa,mi dispiace il cinema è soprattutto emozione e se un film riesce a suscitarla, sicuramente è un film riuscito.

 

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