Regia di Chang-dong Lee vedi scheda film
Chang-dong Lee non può ammannirci intere sedute di reading di poesia di quel genere!
Non può far recitare in voice over la poesiola della signora mentre scorre il fiume dove la piccola Agnes si è buttata.
Non può far volar giù il cappellino a metà film così capiamo tutti che fine farà pure lei.
Non può compiacersi così, non è da lui che ha girato due film ecellenti prima di questo!
Se in Secret sunshine ci ha fatto seguire intere, lunghissime e snervanti sedute di devoti che pregavano era perché doveva creare fastidio, doveva suscitare la reazione di rifiuto di Shin-ae.
Il magnifico finale, la sospensione del tempo negli snodi cruciali, la contrazione dolorosa che ti toglie il respiro di fronte alla morte di quel film non si dimenticano.
E il finale sconvolgente di Oasis? La paraplegica, “principessa” che aspetta il suo “generale” trascinandosi a terra e pulendo felice il pavimento con forza rinnovata dall’amore nei suoi poveri muscoli?
Quelli sono miracoli, quella è poesia, non c’è bisogno di dichiararla anche nel titolo, perché poi vai a vedere e non la trovi.
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