Regia di Julie Bertuccelli vedi scheda film
Curioso che nel 2011 abbiano trovato posto nelle sale cinematografiche film come The Tree of Life di Malick,l'albero della vita, e questo di Julie Bertuccelli che possiamo ribattezzare tranquillamente L'albero della morte.
Melodramma familiare ad alto tasso lacrimogeno l'opera seconda,escludendo i documentari,della cineasta francese(dopo il notevole Da quando Otar è partito) che si è fatta conoscere come aiuto regista di gente come Iosseliani, a cui si richiamava parecchio il suo film d'esordio, Kieslowski e Tavernier, non convince per il suo eccesso di simbologie che varca il limite dello stucchevole.
La famiglia di Dawn che ha perso il marito per un infarto è in balia degli eventi e lei non è sicuramente in grado di essere una guida per i suoi quattro figli che dimostrano spesso una maturità superiore a quella della madre.
In più c'è il confronto con la piccola Simone secondo cui il padre vive nel gigantesco albero di fico che incombe sulla casa.
La madre le crede e quando l'albero diventa pericoloso per la casa(disegno divino? semplice fatalità?Insufficiente potatura delle radici?Uragano casuale?Boh!) pensa che sia tutta colpa del flirt che sta vivendo con l'aitante George ,uomo sensibile e comprensivo decisamente avversato dalla figlia.
Curiosa produzione franco/australiana tratta dal romanzo Padre nostro che sei nell'albero di Judy Pascoe,il film della Bertuccelli si avvale dell'ottima prova di Charlotte Gainsbourg nella parte della fragile Dawn(è ormai abbonata a questo tipo di personaggi) e della piccola Morgana Davies che è il personaggio attorno al quale ruota tutto il film.
L'albero non convince nel suo tentativo di cercare la poesia nell'elaborazione del lutto o in simboli tanto eclatanti quanto ingenui( il latte equiparato a sangue che esce dagli "sfregi" che si fanno all'albero).Ed è da rimarcare che tra la razionalità che permette di leggere l'evento atmosferico come occasionale e il disegno oscuro di qualche entità sovrannaturale che orchestra un uragano che distrugge casa e albero ma lascia incolumi gli umani, il film non sceglie assolutamente nulla.
Si affida al semplice fatalismo del "domani è un'altro giorno".
Troppo semplice e troppo poco per un film come questo che aveva altre e alte ambizioni.
Uscito ( ma in pratica mandato al massacro) nel bel mezzo della canicola estiva a luglio del 2011 è passato del tutto insosservato.
non convincente
perfetta nella sua fragilità
nella parte di George, sensibile e comprensivo
tolto subito di mezzo da un infarto
un piccolo mostro dal punto di vista della recitazione.
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