Regia di Avishai Sivan vedi scheda film
L'ortodossìa religiosa, in questo caso ebraica, e l'impatto, che può essere devastante, sulla mente e sul corpo di chi, volente o nolente, nasce e cresce in una famiglia totalmente asservita alle sue regole. Isaac è figlio unico e non frequenta che sinagoghe, scuole rabbiniche e casa propria, ma è evidente, fin dalle prime immagini del film, il suo disagio, la ristrettezza degli abiti rigorosi che indossa, persino delle scarpe che il padre gli regala, troppo strette, metafora perfetta. Si aggira, come un errante, per la città, in cerca di pace ai suoi tormenti, in cerca di risposte che non trova, consumandosi nei pensieri e nel fisico, che lentamente si ammala. Il film è tutto qui, il regista pedina il ragazzo attorno a una trama quasi del tutto contemplativa, che si muove troppo lentamente verso un finale nervoso e vagamente liberatorio. "The Wanderer" è un film piuttosto noioso, troppo dipendente dai risvolti di una religione che se non si conosce bene, ti fa lasciare più di un indizio per strada. Ci si può aggrappare, qui e là, a qualche bella immagine, la regia è importante e tipicamente "d'essai", ma non basta a far di questa visione, un' esperienza indimenticabile. E' interessante, per lo sguardo su una realtà affascinante e misteriosa, ma non per molto altro. Appena sufficiente.
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